© “SPALLETTI” – FOTO MOSCA
Il Napoli batte l’Inter B, in 10 per 50 minuti, al termine dell’ennesima mediocre prestazione di questi ultimi due mesi. Dopo la vittoria di metà marzo con i granata a Torino, abbiamo assistito a un filotto di partite, tra campionato e Champions League, in cui si è smarrito il filo del gioco. A campionato comunque già vinto.
Il giocattolo ha cominciato a creparsi per diversi motivi: la squadra ha perso certezze tecniche, è calata fisicamente, il moto perpetuo e sincrono degli 11 non si è più visto. Il possesso palla è regredito al tiki taka di ancelottiana e gattusiama memoria.
Dopo l’ultima sosta della nazionale, il rientro di alcuni giocatori è stato devastante: chi infortunato o quasi (Osimhen, Kim), chi completamente rincitrullito (Anguissa), chi definitivamente con la testa altrove (Lozano).
Poi le interminabili chiacchiere da bar, alimentate dagli stessi “eroi” che, invece di far fronte comune e cementare un gruppo vincente, stanno picconando con grande energia una costruzione tanto straordinaria quanto fragile, in un ambiente non abituato a gestire vittorie e dove ripetersi sarebbe in condizioni ottimali quasi impossibile.
Così mentre da settimane la città festeggia e i tifosi scambiano per capolavori vittorie malandate contro squadracce, trascurando ingloriosi rovesci contro avversari appena appena convincenti (cfr Lazio, Milan, Salernitana il giorno del prescritto trionfo, Monza…), fuori campo va in ondo la commedia dell’assurdo.
Un direttore sportivo sotto contratto, che dovrebbe aiutare a iniziare un ciclo e mettere le fondamenta per un definitiva conferma a questi livelli, trama per andare dal “nemico” per antonomasia.
Un allenatore, il migliore allenatore della storia del Napoli, riesumato dall’urna in cui giaceva da due anni dopo i fallimenti con Roma e Inter con polemiche annesse, che in piena festa apre una querelle davvero sconcertante.
De Laurentiis avrà pure i suoi difetti. Uomo autocentrato, senza freni inibitori, senza empatia, incapace di mettersi nelle scarpe degli altri e provare da lì a vedere le cose. Ma sia Giuntoli che Spalletti dovrebbero ormai essere ben coscienti che senza di lui il Napoli non avrebbe mai vinto il suo terzo scudetto e loro mai sarebbero stati i protagonisti di questa vittoria.
Cosa si aspettava Spalletti? Che De Laurentiis tenesse Kim a 9 milioni di euro netti all’anno? Che gli assicurasse di prendere un sostituto affermato pari stipendio più costo del cartellino. Che rifiutasse offerte a tre cifre per Chiunque? Faremmo torto alla sua intelligenza se lo credessimo davvero.
E allora, cos’è questo sconcio populismo sulla città che “merita” non si sa bene cosa e per quali motivi, questo scaricare sul Presidente, come altri prima di lui, la responsabilità di scelte personali e certamente utilitaristiche? Per quanto ci riguarda e quel che ne sappiamo, caro Luciano, il tutto è davvero disarmante e deludente. È la triste fine di una stima e un apprezzamento che datava dal primo giorno in cui hai messo piede a Castelvolturno.
Scrivemmo nero su bianco e in tempi non sospetti che il Napoli avrebbe dovuto fare piazza pulita di alcuni giocatori e iniziare un nuovo ciclo. Perché abbiamo avuto sempre fiducia nel suo vero e unico deus ex machina: al contrario di una pletora di scappati di casa che lo hanno coperto dei peggiori insulti per poi festeggiare insulsamente da settimane il più insperato degli obiettivi.
Oggi noi torniamo su quelle posizioni. Vada via, per quanto ci riguarda senza onore e senza rimpianto, chiunque lo stia solo pensando. Non lo rimpiangeremo.
Solo FORZA NAPOLI SEMPRE
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