© “RUIZ”– FOTO MOSCA
Ha rotto gli argini il Napoli di Spalletti. Fosse un fiume ieri l’avremmo visto straripare e travolgere gli avversari. Ha travolto anche chi la segue, da tifoso o per professione. Ha esagerato, ma non l’ha fatto apposta. È la sua nuova natura.
C’è entusiasmo in città, non potrebbe essere diversamente. C’è entusiasmo negli addetti al settore, perché abbiamo ancora negli occhi storici azzurri carichi di bellezza ma finiti per disperdersi in limiti caratteriali.
Non a caso la mente – mentre un’incolpevole Sampdoria veniva spazzata via dalla corrente – non ha resistito nel costruire un ostinato parallelismo con l’ultimo Napoli da universo sorrentiniano, quello targato Sarri.
Ma c’è qualcosa di diverso e fa tutta la differenza del mondo. Quegli azzurri avevano sempre e comunque il dominio, eppure a volte non riuscivano a mettere paura. Questi – attuali – possono fare a meno di imporsi per ottenere comando e rispetto, come un regime illuminato.
Hanno tenuto un trattato del buon governo gli azzurri a discapito dei blucerchiati. A Leicester avevano fallito i primi minuti per riverenza, a Marassi, invece, li hanno concessi consapevoli di poter trovare la vittoria anche di rimessa. È qui che si concretizza la prova di forza. Spalletti ha restituito ai suoi una consapevolezza nei propri mezzi che è propria dei grandi – delle grandi squadre, dei grandi personaggi della storia. Capiscono i momenti della partita, mutano a seconda di quelli e non a seconda di uomini, tattiche o umori.
Conoscenze che portano a cinque vittorie nelle prime cinque. Era successo solo due volte prima. Correvano le stagioni 1987/88 e 2017/2018, chiuse entrambe con due secondi posti. Non è uno sprint bruciante a farti vincere una gara a lungo tratto. Meraviglia, però, che un gruppo notoriamente incosciente sembri cosciente di questa verità. Basta guardare agli ultimi minuti di gara. Sullo 0-4 si difendeva col coltello tra i denti. Mai è calata la concentrazione. Hai questa attenzione quando l’obiettivo è maggiore rispetto a numeri positivi ed ad un filotto.
Quando parli di Napoli la scaramanzia è d’obbligo, ma la superstizione aumenta quando cala la fede e gli azzurri di fede – nelle proprie possibilità e nel proprio condottiero – ne hanno da vendere.
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