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Ronaldo per sfizio e per vincere

cristiano ronaldo

Peggior affare del secolo o migliore in assoluto. Prendere un bollito e lasciar partire un’ira di Dio, o accogliere il più grande di tutti facendogli fare spazio da una plusvalenza d’oro colato. La notizia di Ronaldo al Napoli non poteva che essere divisiva.

Quando in questione ci sono i numeri uno, ci sono le fazioni, chi li ritiene tali, chi non l’ha mai fatto. I numeri primi, e la solitudine che li accompagna. Quella che oggi intristisce Ronaldo e lo umilia. Lui, la storia del calcio, ritornato solo un anno fa a Manchester come un Re, ciò che è sempre stato per nascita, oggi è solo come l’ultimo dei sudditi.

Uno stalliere, senza nome, senza cavallo, senza Champions ovvero un tetto. Separato in casa, prigioniero di un contratto faraonico e devastato da un interrogativo inevaso: mi volevano tutti, ora nessuno, perché?

Non c’è risposta. Perché a 37 anni suonati Ronaldo ha siglato 16 gol in Premier la passata stagione. Ha bucato le reti più resistenti d’Europa su una barca alla deriva, e non evitandone l’inabbissarsi, da salvatore, è divenuto lo Schettino di turno. Fallito lo United, fallito lui, campione passato con una patina di vecchiume.

Il ciclo Ten Haag è partito da zero e lo zero non prevede chi ha fatto più numeri di tutti. È stato messo sull’uscio come un calciatore di ritorno da un prestito che non sai dove piazzare e nemmeno ti interessa. Si trovasse una squadra.

Lo sta facendo Mendes per lui, il procuratore padrone che muove il mercato come dei pupi siciliani. Vuole riportarlo dove merita, a rivedere le stelle europee, perché il suo assistito non finirà come una cometa di San Lorenzo. Non c’è eclissi per il Sole, ha da brillare e il Vesuvio pare il miglior posto su cui battere.

Allora l’idea, Osimhen al Manchester per 100 milioni, Ronaldo al Napoli in prestito secco, con la compartecipazione dei Red Devils sull’ingaggio del 75%. Gli azzurri riflettono sull’incasso, il nigeriano sui 10 milioni di sterline che andrebbe a percepire per scendere al Teatro dei Sogni, lui, Ronaldo, ha già scelto.

È un affare o il piazzarsi di un mina sotto i piedi di un progetto destinato al successo? Un’operazione che s’ha da fare o da cui fuggire? La risposta l’ha solo il campo.
Ma se fossimo in De Laurentiis non avremmo dubbi: vi ho portato anche Ronaldo, da urlare il giorno in cui prendere quella benedetta A16.

Al resto ci penserà lui, perché Cristiano ha ottenuto tutto ciò che pretendeva nella vita e oggi ha solo un desiderio senza lustrine, vincere per lasciare da vincente, che poi per gran parte è lo stesso del Napoli.

Per fare ciò che si vuole bisogna nascere Re o stupidi. Il fenomeno di Madeira stupido non lo è mai stato.

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