© “MOURINHO – ROMA” – FOTO MOSCA
Derby del sole veniva definito una volta: due squadre contrapposte ma tra cui intercorrevano rapporti di amicizia e sana rivalità sportiva; secondo alcuni, molti, tali rapporti sono saltati durante una partita in quel di Roma, un bel po’ di tempo fa, quando Salvatore Bagni decise di mandare a quel paese l’intero stadio, tifoso per tifoso. L’Olimpico era inferocito, i tifosi del Napoli presenti uscirono dal settore ospiti dopo più di quattro ore per motivi di ordine pubblico. I fatti successi ante finale di Coppa Italia contro la Fiorentina, poi, hanno acuito i rapporti già poco stabili tra le tifoserie. Adesso, gran parte dei tifosi romanisti intona sgradevoli cori verso il Napoli e i napoletani, questi non stanno fermi a sentire e rispondono a modo.
Questa domenica andrà in scena il centocinquantaduesimo match tra azzurri e giallorossi, ormai un classico della Serie A. Di questi scontri, la Roma ha avuto la meglio 52 volte contro le 47 vittorie del Napoli, la restante parte son pareggi. La squadra di Mourinho, all’andata, aveva diversi problemi sopratutto in infermeria, tant’è che era assente anche Paulo Dybala, oggi l’arma in più per il portoghese.
La stella
Con una grande squadra come la Roma, difficile trovare una sola stella. Ad oggi, data anche l’importanza che riveste nell’economia della squadra, la squadra capitolina è dipendente dalle giocate dell’argentino Paulo Dybala, fresco Campione del Mondo. Mourinho ogni partita gli lascia carta bianca: la Joya è libera di inventare, stupire, realizzare, scartare. Lui “gambeta” come direbbero gli argentini, e non poche volte si mette in proprio per trovare il gol della vittoria. Brilla, e fa brillare anche gli occhi del suo allenatore, che lo considera metà squadra praticamente. Non è l’unico, però, bisogna fare molta attenzione anche al suo compagno di reparto, Tammy Abraham, da molti oggi ingiustamente sottostimato.
Tammy Abraham è un centravanti molto tecnico ed allo stesso tempo dotato di un ottimo fiuto del gol. L’area di rigore è la sua zona di competenza, ma non disdegnerebbe giocare in una posizione di nove e mezzo, che saprebbe sicuramente ricoprire altrettanto bene. L’ex attaccante del Chelsea è il terminale offensivo di una Roma che sta viaggiando ad alta velocità in campionato, almeno rispetto alle inseguitrici del Napoli, che, a detta di molti, sta disputando un campionato a parte. Tammy, oltre alle energie che spende in campo, può avvalersi anche di numeri positivi, seppur non eccelsi: l’80% delle partite lo ha visto protagonista dal primo minuto, segno della fiducia da parte del suo allenatore, e ha confezionato 4 assist e realizzato 5 gol.
Il tecnico
Bollito lo definivano taluni, sono gli stessi che oggi non vorrebbero mai affrontare la sua Roma: una coppa in bacheca, e sulla sua spalla, ed una squadra che oggi è quinta in Serie A. Portatore non solo d’identità ma anche di entusiasmo, Mourinho ha riacceso il fuoco della passione nella capitale. Il suo calcio, per quanto inciso su pietre secolari, è intramontabile. E lo ha ampiamente dimostrato. Lui vuole ridurre al minimo gli errori, vuole controllare il calcio per non subire la sua imprevedibilità. Vuole controllarlo come Guardiola, ma nel modo opposto. Non ha paura di affrontare una partita chiuso nella sua metà campo, purché gli avversari non trovino il tempo e lo spazio di organizzare qualcosa di pericoloso.
È l’incubo di molti tecnici, Mou, soprattutto di tecnici come Luciano Spalletti che, per quanto ci siano buoni rapporti tra loro, vede le streghe in presenza dello Special One. L’allenatore del Napoli non ha mai battuto in carriera il portoghese, se non nella gara d’andata, terminata per 1-0 a suo favore. Nei sette scontri, tre sono terminati in pareggio, tre hanno sorriso allo Special One ed uno solo al tecnico di Certaldo. Se Luciano Spalletti è stato definito “mago” da alcune testate, José Mourinho allora è la scienza che smentisce le sue teorie. O, almeno, lo è stato quasi sempre.
Come gioca la Roma
Dogma di Mourinho è un centrocampo corposo, tuttofare, in cui tutti danno una mano e si sacrificano per la squadra. Tiene l’accendino in funzione sotto lo spogliatoio, ma fuori è il primo a spegnere gli animi e difendere i suoi calciatori addossandosi qualsiasi colpa, forte della sua personalità e del suo modo di essere. La Roma attuale è una squadra rognosa che non ha bisogno di segnare molto per vincere, basta segnarne uno in più. È una delle squadre che vince di più per “corto muso” in Serie A, prendendo in prestito una definizione cara a Massimiliano Allegri.
Ai giallorossi piace il gioco aereo, e la stazza fisica di gran parte della squadra aiuta ad uscirne vittoriosi. Statistica interessante riguarda i calci piazzati, nella scorsa stagione la Roma ha segnato 17 gol su sviluppo da palla inattiva (rigori esclusi): nessuno ha fatto di meglio. Considerando i rigori, i giallorossi hanno segnato circa il 40% dei loro gol da calcio piazzato.
Coprire la zona di competenza di Dybala sarà fondamentale, tenendo sotto controllo la zona della trequarti, dove solitamente presenzia Lobotka. Sarà una partita dalle mille sfaccettature, dal gioco aereo al pallone giocato rasoterra grazie alla tecnica dei talenti di ambo le parti. Con la Joya in forma, però, un raddoppio di marcatura sarebbe meglio. Kim Min-jae ha dimostrato perfettamente di riuscire in questo compito. Un soldato, per Luciano Spalletti.
Leave a Reply