©️ “OCHOA” – FOTO MOSCA
Guillermo Ochoa, nuovo portiere della Salernitana, si è presentato ai propri tifosi questa mattina in conferenza stampa. Di seguito le sue prime parole da giocatore granata:
“Quando si è presentata la possibilità di giocare in Italia, non ho potuto dire di no. Il direttore sportivo mi ha spiegato il progetto della Salernitana e mi sono sentito subito coinvolto. Avevo altre soluzioni da altri paesi e in altri campionati, ma appena è finito il Mondiale ho avvertito la voglia di sposare un progetto ambizioso. Sono veramente contento di essere qui, porto la mia esperienza all’interno del gruppo e spero di poter dare un grande contributo anche sul campo”.
Sulla gara con il Milan
“Deve essere una motivazione aggiuntiva, io sono contento di esordire contro un avversario di livello internazionale come il Milan. Ci teniamo a iniziare bene l’anno, ma nel nostro stadio possiamo toglierci tante soddisfazioni. Gioco nel campionato migliore del mondo, sono felicissimo di indossare la maglia granata”
Sulla tifoseria
“Quello della tifoseria è un argomento che mi incanta, so che la nostra curva è calda come quella messicana. Quando abbiamo iniziato la trattativa ho subito pensato al calore del pubblico granata. Chi viene dal continente americano ha bisogno di essere trascinato dal popolo”.
Sulla Serie A
“In Messico abbiamo sempre seguito il campionato italiano. Sono stato in giro per l’Europa, ma la Serie A è speciale e di alto livello. Ci sono squadre storiche che ho affrontato da avversario ai tempi di Batistuta alla Roma e di Ronaldo e Pirlo alla Juventus. Tra i portieri che mi affascinano non posso non citare Pagliuca, Toldo, Buffon. Parliamo di gente che ha scritto la storia, è un paese che storicamente ha sempre sfornato giocatori di altissimo livello”.
Su Lozano
“Dopo il mondiale non ci siamo sentiti. Non ho chiesto consigli rispetto alla mia scelta. Mi è bastato parlare con il direttore sportivo De Sanctis per capire quanto fosse prestigioso il progetto del quale ora faccio orgogliosamente parte”.
Sugli obiettivi
“Salvarci il prima possibile. Dobbiamo fare in modo che questa squadra resti in Serie A quanto più tempo possibile”.
Su Sepe
“Non ancora. Ci alleneremo insieme e avremo tempo per farlo. Sono a disposizione sua e della squadra, appoggerò sempre i miei compagni anche se non dovessi giocare”.
Sugli attaccanti della Serie A
“Rispetto tutti, ma non ho paura di nessuno. Certo, siamo in A e tutti gli attaccanti hanno grosse qualità. Inizieremo subito col Milan di Giroud e Leao. L’Inter ha Lautaro Martinez, conosco bene anche Milik della Juventus. Non posso non citare Lozano che è un mio compagno di squadra in nazionale. Sono orgoglioso di poter affrontare campioni di livello internazionale”.
Sulla sua carriera
“È difficile che una squadra importante d’Europa punti con convinzione su un portiere americano. C’è anche il discorso legato al tesseramento degli extracomunitari. Ora ho il passaporto spagnolo ed è stato più semplice. Ho avuto delle opportunità, però ci sono stati ostacoli di natura burocratica che non mi hanno permesso di firmare e di iniziare un’avventura importante con un top club”.
Sui tifosi messicani
“È sicuramente una responsabilità. Nel corso della mia carriera ho sempre cercato di rappresentare un esempio soprattutto per i più giovani. A prescindere dal momento, positivo o negativo che sia, devo essere sempre un atleta professionale, che rispetta la società per la quale gioca. Proprio per queste mie caratteristiche spero di disputare il mio sesto mondiale”.
Sul contratto
“C’è l’opzione per un’altra stagione. È stata la dirigenza a proporre un contratto di sei mesi. De Sanctis è stato molto chiaro quando ha parlato con me e nel calcio non è facile incontrare una proprietà così onesta e diretta. L’ho apprezzato molto. È stato un accordo che ha reso felici entrambe le parti, ora tocca a me mettermi a disposizione della squadra e crearmi le opportunità giuste per fare bene. La competizione crea stimoli giusti, è ovvio che mi piacerebbe lasciare il segno anche a Salerno“.
Sugli idoli
“Buffon, Canizares, Casillas, Pagliuca, Taffarel. La lista sarebbe davvero lunga. Non dimenticherei Barthez, Schmeichel, Van der Sar. In Italia c’è una storia di portieri riconosciuta da tutti, Donnarumma e Meret sono soltanto gli ultimi in ordine cronologico. Negli ultimi anni il ruolo del portiere si è diversificato, partecipiamo di più alla manovra e siamo parte integrante dell’azione di gioco”.
Sulla città
“Dovete essere orgogliosi della città nella quale abitate. E poi…si mangia anche bene! Ho già assaggiato la mozzarella di bufala”
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