“I bravi marinai escono sempre dalla tempesta”, ha detto Max. C’è da giurare – aggiungiamo – che lo fanno a modo loro. Allegri ha i suoi di modi e la Juve sembra aver finalmente ritrovato la responsabilità e l’attenzione che serve ad eseguirli.
I bianconeri hanno giocato una partita antica, di quelle che non siamo più abituati a vedere. Di quelle di cui non erano più capaci. Sono stati esattamente nel proprio contesto, per genetica e idea tattica.
Due linee da quattro schierate all’italiana, difesa e contropiede secondo un piano preciso studiato nei dettagli e da applicare con umiltà e determinazione. Due uomini su Lukaku, uno addosso e l’altro pronto ad intervenire. Densità nel centro del campo per eliminare le linee di passaggio che portavano alle due mezze punte. Giocare sui difetti degli avversari. Assaltare in campo aperto.
Una filosofia chiara e da rivincita, stare bassi ed essere veloci, senza sbagliare tecnicamente, non è difensivismo ma strategia. Allo studiato due intuizioni “fedeli”: Chiesa alla Osimhen, Bernardeschi alla Dybala.
Il risultato è stato che i Campioni d’Europa non hanno conosciuto i guantoni di Szczesny, mentre gli ex Campioni d’Italia avrebbero potuto chiudere una partita di cui non hanno mai cercato il dominio. Con buona pace degli amanti del possesso. Con godimento maximo, il corto muso.
Il risultato è che gli inglesi subiscono i nostri retaggi storici, e la Juve traccia una linea di demarcazione visibile: tra ciò che è stata negli ultimi anni e ciò che può essere se calata nella sua attitudine madre. Nell’attitudine Max.
Si è sbendata, invece, la Dea. L’avversario era incerottato e modesto, ma a dare qualcosa per scontato in Champions finisci per pagarlo a caro prezzo.
Ha spinto l’Atalanta, tanto. Ha ritrovato il suo gegenpressing, la sua intensità e, soprattutto, la voglia di mettersi in pratica. È stata accantonata l’indolenza. Sono stati macinati chilometri e occasioni.
Eppure lo Young Boys continuava a stare in piedi, a guardia – svizzera. Lo ha distratto Zapata, di forza, l’ha trascinato via. In quello spazio Pessina, che sta vivendo in più bei mesi della sua vita calcistica, si è inserito da centravanti puro, chiudendo i giochi. Primo gol in Champions per lui.
Primi tre punti fondamentali per il Gasp, in attesa di CR7.
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