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Salernitana, De Sanctis svela: “Attendevamo Miretti e Nicolussi Caviglia, ma la Juve…”

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© “DE-SANCTIS” – FOTO MOSCA

Il direttore sportivo della Salernitana, Morgan De Sanctis, è intervenuto in conferenza stampa per parlare del calciomercato del club granata appena terminato. Di seguito, le sue parole:

Tirando le somme del mercato, qual è il suo giudizio e se ci conferma questa offerta in extremis per Dia?
“E’ stata una sessione di mercato complicata ma, allo stesso tempo, soddisfacente. Durante questi mesi abbiamo provato a capire cosa potesse succedere visto che abbiamo un patrimonio tecnico-economico di enorme importanza. Ci siamo preoccupati soprattutto di resistere alle numerose richieste di informazioni e a qualche approccio concreto per i nostri giocatori migliori. Non sono mai arrivate richieste soddisfacenti tali da giustificare partenze dei più bravi. Riteniamo che i nostri tesserati abbiano un grande valore di mercato, in più c’è una società solida che può decidere il prezzo giusto del sacrificio. La squadra andava completata e abbiamo agito considerando anche gli investimenti fatti entro il 30 giugno, mi riferisco al riscatto di Pirola e Dia e al rinnovo di Ochoa. La nostra strategia è stata quella di investire sui giovani. Avendo una base fatta di certezze, e lo hanno dimostrato l’anno scorso sia nella prima e sia nella seconda parte, ritenevamo giusto agire così. La società aveva già fatto grandissimi sforzi per mantenere quest’organico e ho deciso di andare su profili giovani che potessero continuare a dare un senso al progetto che è quello di restare in serie A e di rendere sostenibile economicamente il club senza dipendere dall’enorme profusione di fondi del presidente”.

Su Dia?
Gli ultimi giorni di mercato sono stati i più complicati. Non per volontà nostra, avevamo già chiuso il mercato. Sono state ore nevrotiche perché qualcuno voleva fare le cose alla fine. Per quanto riguarda Dia, mi permetto di lanciare un messaggio. Inizialmente lo faccio in inglese, pretendendo il rispetto della Salernitana, del sottoscritto, della storia del club e della sua tifoseria”.

Sousa dice di non conoscere nessuno dei calciatori arrivati. Non avete condiviso con lui le strategie di mercato e perchè si va solo all’estero
“Tra me, allenatore e proprietà ci sono scelte condivise. Noi ci confrontiamo sulle caratteristiche dei giocatori, evidentemente il mister non può conoscere tutti i giocatori, ancor più se sono giovani e vengono da campionati importanti. Costil è stato allenato da Sousa, Cabral e Legowski li conosceva. Gli altri quattro ragazzi cercheranno di farsi conoscere e ci riusciranno. Non c’è dicotomia tra il mio pensiero e quello del mister che, riguardo Kastanos, pure aveva detto di non conoscerlo però poi sappiamo quali risultati abbia ottenuto. C’è comunione d’intenti e Sousa è l‘allenatore ideale per sviluppare il talento di questi giocatori. Non perdiamo di vista la nostra identità e il nostro obiettivo, noi siamo la Salernitana e ci dobbiamo salvare quanto prima mantenendo un virtuosismo finanziario puntando sui giovani. La nostra rosa composta da 28 giocatori e stiamo facendo un lavoro di pulizia, sono cambiate tante cose in questi ultimi 20 mesi. Abbiamo 36 calciatori professionisti sotto contratto, 8 dei quali in giro in prestito. L’altro giorno ho fatto un breve studio con i miei collaboratori, nella prossima finestra FIFA abbiamo 9 giocatori convocati in Nazionale, tanti altri che ci sono già stati e attendono una chiamata e altri cinque che non ci torneranno più solo per motivi di età. Solo Martegani e Sambia non hanno mai preso parte ad una gara della nazionale giovanile o maggiore. Questo per noi ha un valore enorme. A Sousa chiediamo di salvarci prima possibile giocando un calcio soddisfacente per noi e per i tifosi che fanno tanti sforzi per seguire questa squadra. Il campionato di serie A, anche in virtù dei risultati delle prime due gare, è probabilmente più competitivo. Perchè le 7-8 che lotteranno per non retrocedere si sono rinforzate. Aggiungo: nel mercato italiano c’è poca solidarietà, si fa più fatica a trovare le condizioni giuste per fare operazioni tra club della stessa categoria o addirittura di serie B. Ho riscontrato un approccio più complicato”.

Ci può dare qualche dettaglio in più sulla cessione di Bonazzoli e cosa accadrà con Simy?
“Quando prima ho parlato di enormi sacrifici del presidente, mi riferivo anche alle scelte che sono state fatte rispetto ai calciatori che sono andati via. Parlo di Bonazzoli e di Sepe. Anche Mikael costa tanto. Queste scelte sono sostenibili solo perché la proprietà è solida e perché c’è un ragionamento di fondo in cui il direttore sportivo e l’allenatore vogliono lanciare un messaggio che deve essere univoco. La Salernitana viene prima di tutto, poi contano gli interessi personali. E’ complicato. C’è un potenziale enorme, ce ne rendiamo conto giorno dopo giorno e io in 14 mesi ho capito tante cose. A livello sportivo la Salernitana ha ottenuto meno di quello che meritava, siamo appena al quinto anno di A. E questo determina un approccio di arrembaggio e superiorità nei nostri confronti. Io invece dico che occorre forza morale, oltre che economica. E lo faremo capire a tutti. A chi è andato via, a chi deve ancora farlo. Anche i giocatori dovranno stare molto molto attenti a rispettare i contratti, non deve essere una cosa unilaterale. Vigileremo in maniera attenta, cinica, spietata. Solo con questo tipo di atteggiamenti si può accelerare il processo di crescita della società, altrimenti si è schiavi e sotto ricatto e minaccia. E questo non va bene. Il calcio è un mondo che spesso va al contrario. Sei ricattato dai soggetti che vengono pagati, ora che faccio il dirigente capisco meglio tante cose”.

Oggi Sousa ha elogiato Corvino, evidentemente il modello Lecce piace alla Salernitana. Le piacerebbe aprire un ciclo a Salerno per portare avanti questo programma ambizioso?
“In passato citammo il modello dell’Ajax, per tanti motivi è un riferimento lontano da noi. La proprietà ha parlato anche di Atalanta, Villareal, Udinese. Ci vorrà tanto tempo, il percorso è lunghissimo e io sono soddisfatto perché quello che sta succedendo alla Salernitana è una riduzione del monte ingaggi abbinata alla possibilità di avere solo due prestiti e tanti calciatori di proprietà. Sento di far parte di un progetto vero, importante. Poi ovviamente ci vogliono i risultati. La base è la salvezza e, nel corso degli anni, punteremo a crescere. Delle società medio-piccole, solo la Salernitana non ha venduto o svenduto. E questo fatto va tenuto fortemente in considerazione. Parallelamente abbiamo acquistato. Il campo parlerà ed è giudice unico. Quanto a me, mi vedo nella Salernitana da qui ai prossimi 30 anni ma il mio orizzonte temporale è condizionato dalla gestione economica ma anche dai risultati sportivi. Il mio futuro è adesso, contrattualmente sono legato per i prossimi 24 mesi ed è una rarità per un direttore sportivo”.

Perchè non è arrivato un vice Bradaric?
“Questa è l’unica cosa che non abbiamo fatto rispetto agli obiettivi. Volevamo un braccetto di piede sinistro che sapesse giocare anche sulla fascia. Nell’ambito di quelle che sono state le trattative bisognava associare alle entrate anche alle uscite, sotto questo aspetto abbiamo avuto delle difficoltà. Un conto è non cedere per scelta e per offerte basse, un altro è avere gente che non rientrano nei piani e bisogna piazzarli. Tra questi ci sono Simy e Valencia. Rispetto a Bradaric, non si può sottovalutare che l’alternativa in quel ruolo è Mazzocchi che, nella prima parte della scorsa stagione, ha fatto benissimo in quella posizione. Non a caso ha raggiunto la Nazionale. Anche Kastanos può agire come quinto. Potrei dire che il mercato non è mai chiuso perché ci sono possibilità interessanti tra gli svincolati, ma come rosa siamo assolutamente completi e non siamo ossessionati dalla ricerca di altro”.

L’idea di acquistare tramite algoritmi è sua?
“No. Non saprei nemmeno come svilupparlo. Ci sono società che lo fanno. Vi assicuro che tutti i giocatori che abbiamo scelto dal mio avvento ad oggi sono calciatori visti live. Nel nostro gruppo di lavoro ho gente come Daniele De Serio, Fimmanò, Migliaccio e Loschiavo che hanno dato una grossa mano. Il presidente mi ha concesso diverse opportunità e, nella nostra area scouting, abbiamo la possibilità di valutare dati tattici e fisici attraverso piattaforme che conoscete tutti. Questa ricerca dei dati aiuta a fare una rapida scrematura rispetto ai nostri obiettivi. Allo stesso tempo possiamo usufruire della tecnologia per avere conferma o smentita circa l’idea che ci facciamo dal vivo. Alla fine, però, conta la capacità dell’occhio umano di saper scegliere”.

Quanto costa la Salernitana?
“30 milioni di euro lordi di stipendio. Su questa base bisogna aggiungere i costi enormi di cui ho parlato prima. Ci sono ammortamenti e spese di cartellino. La rosa a mio avviso vale 80 milioni di euro”.

Questa squadra è superiore all’anno scorso?
“No. Lo siamo…potenzialmente. E questo dipenderà dal grande lavoro del mister e dalla pazienza. So benissimo che sostituire Piatek con Ikwemesi può prevedere un tempo di adattamento differente. Ma sono convinto che questo ragazzo possa fare benissimo nella Salernitana. Sono altrettanto certo che Martegani possa rendere almeno quanto Vilhena rispettando i tempi di adattamento al ruolo. L’anno scorso sono stato personalmente in Argentina, era il marzo del 2022 e non ero ancora direttore sportivo della Salernitana. Solo due volte ha giocato mediano davanti alla difesa, accadde in San Lorenzo-Huracan ed ero presente allo stadio. So che è un centrocampista offensivo, ma all’interno del calcio europeo ha le peculiarità giuste anche se gli arretrassimo il raggio d’azione”.

Perché non è arrivato nessuno dalla Juventus dopo 45 giorni di trattative?
“Anzitutto confermo che le due proprietà hanno un ottimo rapporto e io sono allineato e sintonizzato col direttore sportivo Giuntoli. La Juve, però, ha avuto un mercato particolare e alla fine si è verificato quanto mi hanno detto. Miretti e Nicolussi Caviglia sono rimasti lì. Abbiamo atteso tanto, anche con qualche forzatura, provando a prendere qualcosa dal mercato italiano. Ma non c’è stata la possibilità e ci siamo fatti trovare pronti. Per Facundo, invece, non potevamo garantire quanto la Juventus chiedeva. Comunque non è detto che a gennaio non si possa concretizzare qualche operazione”.

La querelle con gli agenti ha inciso negativamente?
“Parto da Mario Giuffredi. Ha pubblicamente riconosciuto che lui avrebbe potuto far meglio qualcosa. E questo ovviamente riguarda anche la Salernitana. I procuratori fanno a gara a lavorare per la Salernitana perché siamo una società che sta facendo grandi investimenti mantenendo fede agli accordi con grande puntualità. Abbiamo continue sollecitazioni e tante agenzie ci offrono moltissimi calciatori. Può succedere di avere dei confronti anche duri con qualcuno di loro, ma gli agenti sono collaboratori esterni importantissimi. L’importante è che le discussioni restino sempre in un ambito privato, è il presupposto essenziale per fare ottimi accordi. Nell’intervista di Mario Giuffredi c’è un passaggio che ho apprezzato tanto, quando mi definisce un dirigente che non porta rancore e che sa incassare. Lo ringrazio davvero molto. Questa società sta cercando di diventare rispettabile, importante, capace di non farsi riscattare da nessuno. E nessuno ci metterà i piedi in testa. Nell’ambito di questo processo ci saranno discussioni come logico che sia, ma sono sicuro che la Salernitana diventerà un club importante”.

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