È stata una notte insonne e agitata, quella che ho trascorso dopo la sconfitta della nostra Salernitana contro il Lecce. 2-0, un punteggio che fa lacrimare l’anima di chi segue con passione i destini della squadra granata. Mentre il silenzio della notte avvolge la mia stanza, i pensieri si accavallano mentre rivedo nella mia mente le immagini della partita appena disputata. Questa cronaca, amico mio, è scritta con il cuore, e il cuore è pesante stanotte.
La Salernitana ha regalato un tempo al Lecce, e quel tempo è costato caro, proprio ad una avversaria diretta per la salvezza. La rete iniziale di Krstovic ha squarciato il nostro spirito e ha messo subito in salita la partita. Poi il raddoppio di Strefezza su calcio di rigore nei minuti di recupero, per fallo di mani di Cabral su un tiro di Dorgu, ha acuito la ferita.
Certo gli episodi non sono stati dalla nostra parte. Nonostante una partenza sottotono, la squadra è riuscita ad alzare il proprio baricentro nel corso della partita. Abbiamo creato quattro limpide occasioni da rete, ma la dea bendata questa volta non era dalla nostra parte e la precisione sotto porta, apprezzata nelle precedenti partite, sembra ci abbia abbandonati. Lo confermano il palo colpito da Cabral e la respinta di Falcone su tiro di Candreva, che avrebbero cambiato il destino della partita. In tal caso avrei potuto dormire soddisfatto e invece sto qui a rimuginare.
Il problema principale è il centrocampo. Sousa ha schierato la coppia Coulibaly-Legoswky al centro, ma non hanno creato gioco, non hanno dato spazio a Candreva e Kastanos, costringendoli a retrocedere e isolando Botheim, l’unica punta. Il giovane norvegese ha toccato solo otto palloni, tutti fuori dall’area di rigore. Isolato contro difensori arcigni indietreggiava per cercare di toccare qualche pallone, mentre i compagni continuavano imperterriti a crossare in un’area desolatamente vuota di maglie granata.
Il cambio di modulo nel secondo tempo ha dato nuova linfa alla squadra, ma non siamo riusciti a segnare nonostante le occasioni create. L’altro problema è l’attacco. Botheim è stato bersagliato dalle critiche ma, per fare il salto di qualità, al suo posto avevamo bisogno di un centravanti da doppia cifra che purtroppo non è arrivato. E adesso siamo in molti a rimpiangere Piatek che riusciva a interpretare meglio il ruolo di unica punta, anche se ci faceva dannare perché non riusciva quasi mai a buttarla dentro.
E come se non bastasse, a versare altro sale sulla ferita, è arrivato la questione Dia che getta ombre sinistre sul futuro della Salernitana. Le divergenze tra il direttore sportivo De Sanctis e l’allenatore Sousa riguardo ai motivi della sua esclusione conferma la presenza di problemi interni. Mentre l’allenatore cerca di recuperare Dia, reputandolo insostituibile perché non ha un altro finalizzatore, la società ha convocato i propri legali, e il presidente Iervolino è comprensibilmente amareggiato. Dobbiamo risolvere questa situazione, è nell’interesse di tutti, compreso il giocatore che ha la Coppa d’Africa in vista.
Sono fiducioso che la pausa per le Nazionali possa dare alla squadra il tempo di risolvere questi problemi, i nuovi giocatori, arrivati troppo tardi, hanno bisogno di tempo per adattarsi, e questa pausa potrebbe essere benedetta. Sousa deve individuare tra i suoi calciatori un playmaker di centrocampo, e capire se Bohinen sia completamente recuperato. Martegani potrebbe essere la soluzione, ma deve adattarsi rapidamente al ritmo del campionato italiano. Secondo, gli esterni devono tornare al loro miglior livello, specialmente Mazzocchi, che deve saltare l’uomo e mettere in difficoltà l’esterno avversario. Va poi ricostruito l’attacco con i nuovi arrivati, in assenza del centravanti esperto che ci si aspettava dal mercato. Ma la Salernitana deve risvegliarsi da questo incubo.
Mentre questi pensieri mi assillano, le parole di Matteo Lovato dopo la partita risuonavano nella mia mente e mi confortano. “Dopo la pausa cercheremo di sistemare questi difetti e puntare alla prossima partita.”
Spero che sia vero, che la Salernitana possa risollevarsi rapidamente da questo brutto sogno e tornare a giocare con l’orgoglio e la determinazione che abbiamo apprezzato con l’arrivo di Sousa a Salerno.
La notte insonne continua, ma la speranza per il futuro della nostra squadra è sempre viva.
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