©️ “DE LAURENTIIS” – FOTO MOSCA
Nel corso del suo intervento all’Università Vanvitelli, il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis ha parlato anche tema legato alla tifoseria, soffermandosi sul sistema di controllo messo in atto allo stadio Maradona.
“Io che sono molto rigido vengo contestato, io che sono per la legalità mi si dice che non sono tifoso. Io sono per un’organizzazione che funzioni. Se vi faccio vedere quanti sono stati arrestati nell’ultima partita per spaccio di droga… sono stati arrestati anche tre tifosi della Lazio. Ma come, io non faccio entrare botti, fumogeni e petardi ai nostri e a loro sì?
C’è modo e modo di sostenere la squadra, in Inghilterra hanno allontanato gli Hooligans e riempito gli stadi di bambini, da noi invece arriva il bambino con il genitore e gli dicono di non sedersi al suo posto. Questo crea un problema, è diseducativo, quando gli adolescenti sentono i cori credono che quella sia la realtà, ma quei cori sottintendono una cosa semplice: “il Napoli siamo noi”.
Dobbiamo agire da club che si proietta nel futuro. Dobbiamo diventare lo specchio della legalità, perché lo sport ed il calcio sono l’emblema per le future generazioni. E invece ogni settimana devo ricevere notifica dal questore di Napoli che abbiamo daspato per droga, per pistola carica, per scavalcamento. Così non ci si comporta”.
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