© “LECCE-NAPOLI” – FOTO MOSCA
AirVictor vale quanto il pane, prezioso più del tesoro di San Gennaro, la sua assenza in campo si sente. Il Napoli non spinge più come prima, alcuni automatismi non sono gli stessi, inoltre si aggiunge la crisi del reparto offensivo. Kvara orfano del suo compagno e ingabbiato dagli avversari, illumina a sprazzi i campi d’erba, Jack è solo un lontano parente di quello visto quest’autunno e Simeone, stirato all’adduttore, non può che piangere per aver sciupato l’unica occasione in questa stagione di essere titolare.
Il Napoli è in calo fisico, lo dice la prestazione, lo dicono numeri, Lobotka cervello e motore è in crisi col 90% dei passaggi riusciti, mai successo dall’era Gattuso, Anguissa brancola nel buio, Zielo non pervenuto ormai da mesi. Al Via del Mare, con timori e preoccupazioni, si inizia col braccino. È il capitano che suona la carica, con un gol di testa, il sedicesimo dell’era Spalletti, ormai un classico della squadra per portare in vantaggio la squadra. Il migliore in campo tiene la difesa anche quando subiamo il pareggio poi, per fortuna, Falcone si iscrive alla rubrica di Striscia la Notizia e con una papera regala gol e vittoria al Napoli. Si torna a casa felici e festanti con la preoccupazione di chi sa che in Champions suonerà un’altra musica.
Di Lorenzo è il miglior capitano dell’era ADL. Silenzioso, ma significativo, corre verso la panchina per compattare il gruppo, sa che questo è un momento difficile e gli uomini di spessore e valore, salgono in cattedra proprio ora. Coltello tra denti e pugni stretti a lottare nel fango, per la fine di questo campionato.
ll capitano viene dal basso, da tanta gavetta e campi serrati, non parla tanto, ma fatica ogni giorno con esempio e professionalità. Ha uno stile vintage, non fa interviste, non va sotto la curva, la sua voce si sente poco, ma le mura dello spogliatoio tremano ogni domenica. Rispettato da tutti, grazie al mister ha trovato una nuova chiave tattica, dall’esterno taglia verso interno proponendosi come un’ala di centrocampo e mettendo in affanno gli avversari. A fasi alterne, nella partita sia lui che Mario Rui propongono questa chiave tattica per mettere in difficoltà la squadra avversaria e segnare.
Il tifoso del Napoli è bello, ma è uno spillo in culo. Anni addietro ci siamo lamentati che partite sporche non si vincevano, oggi le vinciamo, ma ci lamentiamo che non si espresso il buon calcio. Non possiamo giocare tutte le partite a mille, bisogna anche riconoscere il valore dell’avversario e la fatica di una stagione, abbiamo forse dimenticato del fango mangiato? Abbiamo dimenticato da dove veniamo? Siamo forti oggi perchè ieri ci siamo forgiati nel fuoco. Dalla C alla A, passando per uno scudetto perso a 91 punti o fuori dalla Champions con 12 punti. Siamo oggi alla testa di un campionato grazie alle fatiche passate. Bisogna seguire l’esempio del Capitano, restare uniti fino alla fine, lottare tutte le partite e sognare in Champions.
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