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Com’è cambiato il tifo in città: il racconto di Rosario

Com’è cambiato il tifo in città: il racconto di Rosario

Pochi luoghi, come Forcella, riescono a rappresentare al meglio le contraddizioni di Napoli. Situato nel cuore della città partenopea, è un quartiere in cui convivono profondi contrasti e grandi risorse. Tra vicoli, bassi, mercatini e antiche botteghe è possibile vivere la sua storia, anche grazie ai racconti dei residenti e dei commercianti del posto.

Forcella vive di calcio, e sui muri delle strade vi sono gigantografie che rappresentano Maradona, alcune risalenti a decine di anni fa. Ma com’è cambiato il tifo del quartiere, dagli anni ’80 ad oggi?

Rosario, 57 anni, ora residente a Miami, era uno degli scugnizzi del posto. Con la nostalgia di chi è lontano dalla sua amata città, ci racconta di Don Mario, un venditore ambulante di granite: “Il suo carrettino era zeppo di foto del Napoli e di Maradona”. I ragazzini si riunivano lì per parlare di calcio.

Col sorriso stampato sul viso, ricorda la festa del primo scudetto. Il quartiere era dipinto d’azzurro, colmo di bandiere che il cielo si intravedeva appena. Intanto un ciuccio sfilava in strada.

Eppure il calcio, e con esso il tifo, è cambiato nel corso degli anni: “Era un tifo sano e genuino in quegli anni – dice – e ci si divertiva ad indovinare la formazione il giorno prima della partita. Il lunedì si diventava allenatori e si provava a capire gli errori della domenica”. Secondo Rosario c’era molta fiducia nella squadra, e le critiche non erano poi così eccessive.

“Com’è cambiato il tifo forcellano da Maradona ad oggi? Penso si sia perso l’attaccamento alla maglia. Non si è più innamorati veramente della squadra. Gli allenatori e i calciatori sono sempre stati criticati, ma ora si cade nell’insulto e non c’è più rispetto. Quando ero giovane – conclude – si viveva di sfottò, oggi invece di violenza”.

Infine, il nostro intervistato tiene a ricordare un aneddoto personale: era un giovedì sera, ed era sul terreno del San Paolo. Lui in porta a difendere i pali e da lontanissimo un uomo calciava le punizioni: era Diego Armando Maradona. Un ricordo che porterà sempre nel cuore.

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