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Sulla Salernitana possiamo metterci un soldo

Sulla Salernitana possiamo metterci un soldo

© CASTORI – FOTO MOSCA

Parla sempre di salvezza Castori. Ha abusato di quella parola ben prima di affrontare l’Atalanta, si è ripetuto dopo averlo fatto.
Noi, in questo lasso di tempo, dallo scetticismo siamo arrivati a pensare che forse possiamo metterci un soldo su questa Salernitana. Forse restare in A non è utopia.

In effetti, secondo le premesse la Dea all’Arechi avrebbe dovuto portare via punti anche da bendata. Ma non è stato così. Anzi, ha dovuto tenere gli occhi ben aperti. I nerazzurri sono in difficoltà, lenti, imprecisi negli appoggi, altri.
Castori lo sapeva, l’impressione è che abbia preparato i suoi come se avessero una molla da carica.

I granata hanno pressato a tutto campo, con attenzione e soprattutto ordine, era mancato palesemente nelle prime uscite. Il piano era semplice, non permettere agli avversari di carburare, recuperare palla, cercare e sfruttare gli spazi tra le linee, dove le intuizioni di Ribery avrebbero fatto la differenza.

Caparbietà, foga e trame. Le occasioni sono arrivate. Pensiamo alla traversa di Coulibaly, alla conclusione di Kechrida – tra i migliori in campo -, alle galoppate di Gondo. Avrebbero potuto spezzare gli equilibri, ma sappiamo che la fortuna è uno dei tanti fattori che “fanno” una stagione.

Ha sparigliato le carte alla ripresa Gasperini, la Salernitana ha dovuto fare a meno del numero 7, ancora in cerca di condizione. Qualcuno a Bergamo ha pensato fosse finito lì lo spauracchio Salernitana. La qualità – per certi versi non spendibile – di Ribery ha lasciato spazio alla quantità di Obi e alla sua dinamicità – un tempo piatto forte dell’Atalanta, la quale oggi ne sembra allergica. 
Merita nota anche la freschezza di Bonazzoli – tornerà utile.

Musso ha dovuto, ancora una volta, dimostrare che ne è valsa la pena investire su di lui, e che forse altre squadre più blasonate hanno perso una grande occasione. L’argentino ha salvato su Gondo. Su Obi ha ringraziato il cielo prima e il palo poi. Ha respinto gli avversari e spinto le lancette in avanti.

Gli uomini di Castori hanno pagato il prezzo della loro determinazione e della mancanza di cattiveria. Il prezzo dell’apprendimento. La Serie A – lo capiranno – è come un giungla: o ammazzi quando ne hai la possibilità o sarai ammazzato. La stanchezza porta sempre via con sé la concentrazione, e dove c’è distrazione sale in cattedra la tecnica. Il maestro è stato Ilicic. Lo sloveno si è liberato del suo diretto avversario – troppo facilmente – e ha servito un cioccolatino a Zapata. Zero a uno.

Il resto è stato un lento sciogliersi dei granata sotto alle granate nemiche. Il colpo ha destabilizzato i primi, riempito d’orgoglio i secondi. L’orgoglio di averla scampata.

La Salernitana resta a bocca asciutta ma ha preso molto di più dei punti: consapevolezza.

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