© “AGNELLI-NEDVED” – FOTO MOSCA
L’indagine aperta dalla Procura di Torino nei confronti di Andrea Agnelli, Fabio Paratici e Pavel Nedved, e denominata “Prisma” dagli inquirenti, potrebbe comportare due diversi tipi di conseguenze alla Juventus: la prima di carattere civile, la seconda di natura sportiva. Le accuse di falso in bilancio, derivanti dalle intercettazioni telefoniche registrate dalla Guardia di Finanza, dovranno essere giudicate dalla magistratura in primis, e dalla Giustizia sportiva in secundis.
Secondo il Codice Civile il reato di falso in bilancio è disciplinato dagli articoli 2621 e 2622 del D.Lgs 74/2000, alle voci “False comunicazioni sociali” e “False comunicazioni sociali di società quotate” e le sanzioni previste sono la reclusione da uno a cinque anni e la reclusione da tre a otto anni. Dunque, secondo in Codice Civile, queste sono le pene che potrebbero dover scontare Agnelli, Paratici e Nedved se ritenuti colpevoli.
Dal punto di vista della Giustizia sportiva sono infinitamente meno pesanti le conseguenze che potrebbero colpire lo stato maggiore bianconero. Infatti, non esiste alcun criterio oggettivo per valutare il prezzo di un giocatore: questo buco normativo consentirebbe alla squadra di stabilire il prezzo che ritiene opportuno e venderlo alla cifra desiderata.
Esistono fortunatamente regolamenti per la rendicontazione del bilancio e, secondo l’articolo 31 comma 1, la pena prevista dalla FIGC per falso in bilancio sarebbe una ammenda con diffida. Tuttavia, l’articolo 31 comma 2, che riguarda l’iscrizione ai campionati, potrebbe portare a conseguenze ben più pesanti per la Juve. Laddove venisse accertato l’illecito, la Giustizia sportiva potrebbe comminare un tot. di punti di penalizzazione ai bianconeri, fino addirittura alla squalifica dal campionato di Serie A.
Leave a Reply