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Osimhen e dintorni

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© “OSIMHEN-ESULTANZA” – FOTO MOSCA

Finalmente dopo lunghissima snervante pausa DAZN concede a Sky di tele trasmettere una partita del Napoli in trasferta, domenica 5 febbraio con lo Spezia, per la ventunesima giornata della Serie A. L’assenza del Napoli fra le tre partite di ogni giornata in contemporanea Dazn-Sky, è stata finora una scelta della Tv di Murdock, da sempre nordista, nel senso di anti napoletanità.

Un primo passo in direzione dell’autonomia regionale, imposta al governo di destra, dalla Lega, firmata dal razzista Calderoli (oggi approvato il decreto sull’autonomia differenziata), dà ragione allo scultore Luciano Fabro, che ha esposto a Napoli la sua ‘Italia a testa in giù’, scomposta, in piazza del Plebiscito. L’inciucio razzista, con gravi conseguenze sul gap Nord-Sud purtroppo non ha mobilitato il Sud, che dovrebbe assediare il Parlamento per impedire lo scempio del discrimine in danno del Mezzogiorno.

Può darsi che non vi sia alcuna connessione con le omissioni DAZN, che ha escluso da tempo le partite del Napoli dal costoso abbonamento del calcio di Serie A. Ma allora perché è successo? Fa inorridire l’ipotesi di un sabotaggio razzista e sarebbe incomprensibile la complicità di De Laurentiis, preoccupato di minori incassi dello Stadio Maradona per diminuita affluenza di tifosi attratti sul divano di casa dalla telecronaca in Tv.

Controprova? Il sì alla telecronaca di Spezia-Napoli lontano da Fuorigrotta. Stupisce il disinteresse dei pochi media del Sud per questo aspetto collaterale del viaggio per ora trionfale degli azzurri. Forse perché i cronisti sportivi di settore hanno comunque il privilegio di seguire le partite del Napoli live, DAZN o Sky a prescindere. È invece decifrabile l’orientamento di Dazn, che rinuncia al ritorno promozionale della telecronaca della capolista e del gioco spettacolare offerto da star del calcio quali sono Kvaratskhelia e Osimhen per incassare gli importi degli abbonati.

A proposito dell’uomo mascherato, che quanto a velocità insidia l’olimpionico Jacobs e si candida a successore di miti del calcio, De Laurentiis dovrebbe esercitare il potere di big della Serie A per evitare la tendenza già in atto dei difensori avversari che provano con pericolosi falli di infortunare Osimhen per tenerlo lontano dai campi di gioco. A proposito del capocannoniere del Napoli, per la sua maturità tecnica e comportamentale sarebbe un gran bene mettere la sordina alle lodi enfatiche di quotidiani e Tg sportivi, alle congratulazioni dei salotti dove discettano esperti e affini.

Osimhen è in fase di perfezionamento del suo raro talento e soprattutto di necessari ritocchi caratteriali propri della sua giovane età. Reagisce spesso con rabbia ai falli subìti, tende a litigare con gli arbitri, commette a sua volta falli che in gergo pedatorio sono definiti inutili, gratuiti, da frustrazione. Il delicato lavoro per l’Osimhen perfetto spetta, ovvio, alla società. Lo richiede anche l’esempio negativo dell’immenso Maradona, che privo di attenzioni quotidiane del Napoli, ha purtroppo coniugato la grandezza di calciatore a problemi personali non di poco conto.

In questo momento per il gigante nigeriano governare in positivo questo handicap non è facile, ma non deve esimere la società dalla responsabilità di vigilare sulla crescita equilibrata di Osimhen. La Repubblica, nelle pagine napoletane titola a ragione “La Serie A s’inchina a Osimhen”, De Laurentiis gli promette un allettante bonus di 135mila euro per il ventesimo gol: meritatissimo premio, ma anche con una lieve perplessità. Potrebbe indurlo a egoismo, a tentare la via del gol, anziché servire i compagni in posizioni più favorevoli? Fatti loro, certo, ma la prudenza ‘non è mai troppa’.

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