©️ “KOULIBALY” – FOTO MOSCA
Il Napoli vince una partita di capitale importanza con coraggio, senza paura.
La vince priva di tre colonne: Osimhen, Di Lorenzo, Rrahmani. Con Ruiz in panca debilitato dall’influenza, KK e Anguissa per più di un tempo svagati e senza ritmo; con l’evanescente Zielinski di nuovo titolare. Insomma, non “sgarrupati” come all’andata ma poco manca.
L’Atalanta ci schiaccia nella nostra metà campo: subiamo 19 tiri e 9 angoli ma la nostra linea Maginot troverà difensori eroici, aggettivo che possiamo utilizzare senza retorica: un monumentale Mario Rui, che gioca il miglior match della sua esperienza napoletana; un grandissimo Zanoli, l’ultima scommessa vincente di Spalletti; l’ordinato e preciso Jesus, anche più sicuro e centrato di KK.
Davanti a loro Lobotka non valutabile nella scala 1-10 per intelligenza tattica, tecnica sopraffina e persino vigoria fisica. Un metronomo che in Italia oggi ha solo l’Inter di Brozovic.
I tre piccoletti davanti scontano il prevedibile gap fisico, perdono molte palle e quasi tutti i contrasti: ma quando possono colpire, colpiscono con mestiere e cazzimma.
Infine Spalletti. Avevamo detto di aver fiducia nelle sue soluzioni soprattutto quando messo alle strette e neppure ieri siamo stati delusi. Intendiamoci, lo stellone ha ripreso a proteggerci: partite così le vinci se tante cose girano per il verso giusto. Ma è anche vero che questo stellone per lunghi tratti del campionato ci aveva completamente abbandonato e che Spalletti ha vinto la partita grazie ad alcune sue storiche “impuntature”, ampiamente vincenti: Mario Rui, JJ, Lobotka. Con Zanoli e con i cambi: efficacissimi Lozano e Elmas, due potenziali armi improprie in questo finale di campionato.
La vittoria fa passare in secondo piano le non poche sbavature che avremmo potuto pagare.
Senza l’iniziativa di Zanoli da cui è scaturito il rigore avremmo forse visto un altro match perché il calcio è uno sport di episodi giocato con una palla “rotonda”: non si vince facendo 40/50 canestri a partita o schiacciando contro il muro avversario cento e più palloni. Bisogna semplicemente ficcare una sfera di cuoio in una porta di 7,32 per 2,44. Se lo fai tre volte su 5 tentativi vinci contro una squadra che ci prova senza successo 19 volte e tiene costantemente il pallino del gioco nelle sue mani.
Ora siamo lì. L’obiettivo CL è virtualmente acquisito. Dopo la sconfitta della Juve anche un piazzamento tra le prime tre è altamente probabile: ben al di là delle più ottimistiche previsioni di inizio stagione. Lo scriviamo oggi e lo ricorderemo impietosamente a tutti coloro che, svegliati malamente dal sogno ad occhi aperti in cui sono immersi, dovessero aprire il prevedibile fuoco di fila. Magari contro Spalletti cui tutto questo si deve a sole 7 partite dalla fine.
Le prossime due le giocheremo contro ottime squadre, Fiorentina e Roma: purtroppo in casa dove lacune strutturali e una comprovata sterilità offensiva si amplificano nel confronto con squadre chiuse, fisiche, in questo caso anche tecniche. Ci vorranno idee nuove, velocità di circolazione palla, grandissima convinzione nei propri mezzi e soprattutto il pragmatismo di ieri.
FORZA NAPOLI SEMPRE
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