Che belli i sorrisi di Spalletti!

L’istantanea di ieri sera sono i sorrisoni di Spalletti nell’intervista di fine partita dopo la vittoria di un grandissimo Napoli.

Articolo di Mario Gargiulo29/11/2021

©️ “SPALLETTI” – FOTO MOSCA

L’istantanea di ieri sera sono i sorrisoni di Spalletti nell’intervista di fine partita. Non ricordo di aver mai visto il tecnico così contento e rilassato. Ne ha ben donde: ieri ha dato una nuova dimostrazione di competenza e coraggio.

La formazione, lo dico sinceramente, non mi convinceva. In mezzo al campo accanto a Ruiz e Zielinski il toscano sceglieva Lobotka, uno dei peggiori giovedì, non certo noto per essere un agonista fisicato.

Giocavano contro un centrocampo laziale con Cataldi a schermare la difesa e iniziare il gioco,  Milinkovic-Savic e Luis Alberto: sulla carta un mix di tecnica e forza fisica in grado di crearci grandi difficoltà nella zona nevralgica del campo. Più avanti Pedro, Immobile e Felipe Anderson: terminali offensivi davvero temibili.

Insomma io avrei schierato Demme al posto di Lobotka o Elmas al posto di Zielinski: invece Spalletti ha avuto fiducia nella qualità e tecnica dei suoi giocatori, ricercando la velocità di movimento della palla per impedire ai laziali di asfissiare le nostre fonti di gioco. E ha avuto (ancora una volta) ragione, chapeau!

Abbiamo visto un grandissimo Napoli, tra i migliori degli ultimi anni pur senza due giocatori per questa squadra cruciali come Anguissa e Osimhen. Un centrocampo pieno, denso di maglie azzurre, arricchito dal monumentale KK che palla al piede ha spesso saltato il primo pressing e creato superiorità numerica, ben supportato in questo dai due “quarti” di difesa. Squadra corta come mai finora in stagione: i tre davanti più Zielinski in moto perpetuo, costanti riferimenti dell’impostazione di Lobotka e Ruiz. Infine la nota forse più bella della serata, Mertens, tornato quello del 2018: un folletto tosto, ficcante, imprevedibile, “classoso” e implacabile stoccatore.

Sarri ha mal pensato di poter battere il Napoli sul piano del gioco, senza la necessaria aggressività. Un pressing avanzato blando, marcature a centrocampo quasi inesistenti, come detto anche per merito del Napoli. Un (mezzo) occhio era indirizzato a Ruiz e Zielinski, mentre Lobotka era quasi sempre trascurato. Qui si è vista la cristallina intelligenza dello slovacco che, anziché cincischiare e trascinar palla, ha sempre giocato di prima, massimo due tocchi, molto vicino a Ruiz. Le temutissime ripartenze della Lazio erano spente sul nascere a centrocampo dalle tante maglie azzurre con tanti palloni recuperati da Insigne, Ruiz e dallo stesso Lobotka. Insomma, ci siamo stropicciati gli stanchi occhi per 90 minuti!

Ora calma e sangue freddo: non eravamo lo Spezia mercoledì, non siamo diventati il Real Madrid stasera. Mercoledì affronteremo il Sassuolo che ieri ha distrutto il Milan al Meazza. Squadra di qualità, che ha giocato come il Napoli: veloce, corta, tecnica. Partita difficile, i precedenti con loro  insegnano.

Poi a dicembre avremo Atalanta, Empoli, Spezia in casa e Milan fuori. In totale 5 partite: sogniamo 12 punti, non impossibili, scontando una sconfitta tra Atalanta e Milan. Lo ripetiamo alla noia questo per alimentare il sogno. Invece per il nostro obiettivo dell’anno, la Champions, andrebbero benissimo anche 10 punti. La proiezione nel primo caso darebbe 94 punti stellari; nel secondo 90 punti altrettanto incredibili in partenza

Per ora andiamo avanti con i meravigliosi sorrisi di Spalletti e dei giocatori.

FORZA NAPOLI SEMPRE