Il dottor Canonico a Kiss Kiss Napoli: “Tenere fuori Osimhen è stato difficile”

Il responsabile dello staff sanitario della SSC Napoli ha parlato di molti temi riguardanti la stagione degli azzurri e quella successiva.

Articolo di Redazione SDS01/06/2023

© “CANONICO” – FOTO MOSCA

Il Dottor Raffaele Canonico, responsabile dello staff sanitario della SSC Napoli, ha parlato in diretta a Kiss Kiss Napoli, radio ufficiale della S.S.C. Napoli, durante la trasmissione “Radio Goal”, toccando molti temi riguardanti la stagione del Napoli e quella successiva. Ecco quanto detto:

“Il lavoro che facciamo è di squadra, ringrazio tutti dal nutrizionista e i fisioterapisti. Lo staff è composto da tutte persone autoctone, della zona, nessuno viene da fuori ed è motivo di vanto e orgoglio. Difficile rendere omogeneo un gruppo internazionale? Un lavoro che parte dal primo giorno di test, dall’atto di acquisto del cartellino del giocatore con lo scambio di conoscenze e abitudini. Il primo ostacolo è la lingua ma l’inglese ci aiuta nell’avere subito un approccio diretto. La bravura sta nel non imporre le proprie conoscenze a abitudini, ma adattarci noi per poi spostarli piano piano sui nostri metodi.”

Poi Canonico continua:

Pausa Mondiale? Per noi è stato un momento non difficile da gestire in quanto è stato una sorta di reset. Ci siamo ritrovati a Castel Volturno e poi siamo andati in Turchia e abbiamo trovato una qualità importante di strutture e campi oltre che meteo che ci ha aiutato. Questo ci ha aiutati anche a recuperare Rrahmani, che aveva avuto un problema con la Cremonese.

Dover tenere fuori Osimhen in Champions con il Milan è stato il momento più difficile. Rientri nazionali? Un incubo, dovremmo riposarci ma non lo facciamo. Raspadori, Osimhen e Simeone sono tornati dalle nazionali con problemi e questo ha condizionato la gara di andata. Questo discorso è sempre delicato.
Mascherina Osimhen? Con il chirurgo Tartaro concordammo che avrebbe potuto giocare da giugno scorso senza maschera. Non è un discorso di scaramanzia ma è una questione di tranquillità per lui. In un paio di occasioni ha preso un paio di gomitato e la maschera ha fatto il suo lavoro.

Vacanze? Abbiamo 15-16 nazionali, non avranno tutti 1 mese di stacco. Nella prima settimana staccano completamente, poi avranno dei programmi da svolgere nel corso del periodo di inattività. Seguiranno anche programmi di prevenzione e schemi alimentari.

Anguissa e la mano fasciata? C’è un motivo preciso, Anguissa un anno e mezzo fa ha subito un trauma in Nazionale con una microfrattura ed è una sorta di bendaggio funzionale per proteggere mano e polso. Lo stesso è per Kim Min-jae.

L’atleta più curioso? A questo livello tutti vogliono capire, nelle problematiche muscolari, quale sia l’entità del danno. Gli atleti più maturi, più grandi, partecipano di più e vogliono sapere di più sulle loro problematiche e i fastidi quotidiani. Le immagini dell’esame diagnostico consentono di spiegare meglio cosa è accaduto e loro sono molto partecipi.
Sono dal 2004 nel Napoli. Ero con Grava, Beppe Santoro, siamo noi i superstiti di quel periodo. 

Emergenza COVID-19? Non voglio dire che è stato un incubo ma quasi. Il giorno dell’effettuazioni dei tamponi, nessuno poteva parlare con me perchè ero intrattatibile, avevo sempre il timore di avere qualche positivo”.

La chiusura di Canonico sull’allenatore:

Approccio con allenatore italiano o straniero, cambia? Alla fine per noi cambia poco, noi rappresentiamo anche un anello di congiunzione per la continuità. La metodologia differente la puoi trovare in un italiano e in uno straniero. Sta a noi trasmettere quello che riguarda le nostre competenze e riuscire ad interfacciarsi con i nuovi staff per risolvere le piccole problematiche che fanno la differenza nei cicli rapidi di gare”.

Leggi anche: