Napoli, il capitano Di Lorenzo: “Tifosi tranquilli, siamo insaziabili!”

Il capitano del Napoli Di Lorenzo ha rilasciato alcune dichiarazioni in merito alla vittoria dello scudetto e della prossima stagione.

Di Lorenzo, NapoliFoto Mosca
Articolo di Redazione SDS01/08/2023

© “DI LORENZO” – FOTO MOSCA

Giovanni Di Lorenzo è stato il primo capitano del Napoli dopo Diego Armando Maradona a conquistare lo scudetto. Il terzino è arrivato sotto l’ombra del Vesuvio nell’estate 2019, ed in 4 stagioni con la maglia azzurra ha messo a referto 184 presenze, 13 reti e 28 assist, per un totale di 16.261′ sul prato verde. Ha vinto un campionato ed una Coppa Italia.

E a quanto pare non intende fermarsi. Al riguardo, Giovanni Di Lorenzo ha rilasciato un’intervista a il Corriere dello Sport in merito alla vittoria dello scudetto e alle sue vittorie calcistiche. Inoltre, il capitano del Napoli ha confessato che per lui è un onore indossare la fascia sul braccio.

Le dichiarazioni del capitano del Napoli Giovanni Di Lorenzo

© “DI LORENZO” – FOTO MOSCA

Lo scudetto con il Napoli, prima ancora l’Europeo con la Nazionale, una Coppa Italia, la promozione dalla B alla A con l’Empoli: tutto questo in cinque anni. Di Lorenzo, ma lei l’avrebbe mai detto?: “Io quasi non ci credo, però è successo e mi sono goduto tutto. Ogni tanto mi fermo a pensarci, mi accorgo che non mi sfugge nulla del mio passato. Successi inaspettati, entrambi, dentro manifestazioni diverse, una breve e una lunghissima, estenuante. Ma Italia e Napoli sono stati in grado di imporsi contro chiunque”.

Scelga una data della sua vita: “Facciamo due, per cortesia: 11 luglio 2021, finale a Wembley con l’Inghilterra; 4 maggio 2023, Udine, la matematica certezza di aver conquistato il campionato”.

È un uomo per la Storia: l’Italia non vinceva il titolo continentale da 53 anni, il Napoli non festeggiava da 33: “E io ci sto dentro, con le emozioni di quei momenti. Me le porterò appresso sino alla vecchiaia, rappresentano il completamento di un percorso fantastico, quasi inimmaginabile”.

Il 24 maggio 2017, pare ieri, giocava e segnava in Matera-Cosenza, ultima giornata di serie C: “Viaggiavo in un mondo innaturale, quello dei sogni, ma non sapevo certo che mi sarei ritrovato sommerso di felicità. Ero reduce da un bel tour: la Lucchese, la Reggina, il Cuneo, di nuovo la Reggina. Mica potevo immaginare che da quel pomeriggio sarebbe cominciata questa favola”.

Nel 2015 finì addirittura per essere disoccupato: “Fallisce la Reggina e fummo travolti. Una sensazione di smarrimento, di dolore per quella gente rimasta senza più calcio”.

Di Lorenzo: “Fiero di essere il capitano del Napoli”

© “DI LORENZO” – FOTO MOSCA

Ora è il capitano del Napoli: “La fascia che è appartenuta a Diego è sul mio braccio. Rappresento compagni semplicemente favolosi e ne sono fiero: di più non potrei chiedere”.

Non vi siete fatti mancare niente: le avete battute tutte: “Un campionato stradominato vuol dire che lo hai meritato. E non penso possa dirsi che siamo stati fortunati: siamo stati i più bravi. Un processo di crescita – tecnico, tattico e mentale – che è stato sublimato in nove mesi. Il salto di qualità è stato nella manifestazione di una maturità nuova, la consapevolezza di avere lo spessore per crederci. Non ci siamo mai accontentati. Non ci siamo mai sentiti sazi. Non abbiamo mai mollato”.

La gara in cui avete capito che sareste diventati campioni d’Italia?: “Dopo il 2-1 con la Roma al Maradona, vinta in prossimità del 90’. Potevamo accontentarci, fare di calcolo, invece abbiamo voluto quei tre punti e ci siamo ritrovati con l’Inter a tredici. Non erano tantissimi, non erano pochissimi, anche se eravamo alla fine di gennaio. Ma quella sera ci siamo impadroniti del nostro destino, abbiamo scavato un fosso dalla seconda e soprattutto abbiamo lanciato un messaggio pure a noi stessi. Non è un caso se poi il distacco si è ingigantito”.

Campionato o Champions?: “E perché non tutti e due? La nostra garanzia è la mentalità, un patrimonio che ci portiamo appresso e che ingigantisce la qualità del gruppo. E allora, confermo: tutti e due. Ce le andremo a giocare, poi si vedrà. E poi, gli effetti di questo trionfo sono qua: Dimaro e Castel di Sangro prese d’assedio; l’allegria dei nostri tifosi che ci coprono del loro amore. Una cosa posso garantirla: di vincere nessuno si è mai stancato, men che meno noi”.

La sfida da ripetere: “Vorrei rigiocare la partita con il Milan, l’andata o il ritorno di Champions, o semmai tutte e due. Le decisero gli episodi, i dettagli, il caso, anche il momento. Ma fu una delusione. E lo dico con il rispetto che si deve ad un’avversaria di assoluto valore”.

Di Lorenzo: “Da avversario eviterei Kvara e Osi. Raggiungere le presenze di Hamsik? Non è semplice”

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Un calciatore che vorrebbe evitare?: “Visto che Kvara e Osi stanno con noi, non ho particolari preoccupazioni. Ci sono tanti giocatori che vanno ritenuti pericolosi, alcuni anche molto, ma non si può avere la pretesa di fermarli tutti. Ma nel Napoli c’è una varietà di punte – da Raspadori a Simeone, da Lozano, Politano e Zerbin – che aggiunti a Osi e Kvara fanno di noi una signora squadra”.

Cosa chiedere ancora al calcio?: “Ho cinque anni di contratto più uno con il Napoli, mica posso ritenermi completamente appagato. C’è sempre un sogno da realizzare e restare a questi livelli, tra le grandi in Italia e in Europa, rientra nelle mie, nelle nostre ambizioni. E migliorarsi ulteriormente è un desiderio da assecondare”.

Hamsik ha 520 presenze, lei sta a 184…Prenderlo non è semplice: “Ci vogliono sette anni con una media di 50 partite a stagioni….. Le carriere si sono allungate”.