Non è un infarto
Antonello Grassi per la rubrica "Le vostre voci" racconta l'attesa, gli attimi palpitanti che precedono l'inizio di una partita del Napoli.
© “FIORENTINA-NAPOLI”– FOTO MOSCA
Ore 17.08, mancano 52 minuti all’inizio di Fiorentina-Napoli.
Cerco l’orologio e la maglia, inizio una sorta di riscaldamento pre partita, sento i fischi dei toscani che accompagnano i nostri colori al Franchi, è inevitabile che il pensiero vada a tre anni fa e passa, quando il sogno tricolore, esploso una settimana prima allo Stadium con l’orgasmo Koulibaly, si infranse sull’unica tripletta della storia del Cholito Simeone in quel del Franchi.
I volti di Allan, di Zielinski, di Insigne – Koulibaly era già negli spogliatoi rimurginando sull’espulsione – celebravano il dramma, spegnevano gli ardori. Firenze non può essere sempre un capolinea, in questo campionato è troppo presto, ma può trasformarsi in un’inevitabile consacrazione oppure in una presa d’atto di una realtà pallida.
Avverto il profumo intenso di erba inumidita, l’acre sudore della pelle dei calciatori, del pallone, un po’ cuoio un po’ plastica, che accompagna le giocate dei nostri. Cerco con gli occhi il settore ospiti dove riesco a trovare la carica per superare l’emozione, cosa che stranamente oramai non si riscontra al Maradona. Il ricordo torna ancora a quella sciagurata partita, figlia della serata precedente, ma lo scaccio con la memoria delle prodezze di queste prime sei giornate di campionato.
Leggo la formazione, volutamente non la commento. Vittorio, l’amico che me la manda puntualmente appena ufficializzata, oramai ha perso ogni speranza di ottenere qualsivoglia considerazione o di natura tecnica o di natura tattica. Lui me la manda e basta, sapendo che non otterrà alcuna risposta. Anche questa è amicizia!
Franco e Mimmo, i miei compagni di acerrime discussioni, hanno capito che ogni commento sul gruppo wathsapp prima del ventesimo/venticinquesimo del primo tempo non otterrebbe alcun segno di vita sul pianeta. Anche questo significa comprendere, rispettare!!
Bussa il citofono, arriva Peppe. Lui ha appena compiuto diciotto anni, l’educazione gli impone di avvicinarsi a quell’ebete seduto in poltrona, scambia un veloce “pugno” – il segno del saluto degli anni 2020-2021 – e si allontana verso la stanza di compensazione riservata a quelli più giovani. Lì si concentrano le emozioni giovanili, quelle che si accompagnano alla speranza, lì si riproduce il calcio giocato, sperando di rivedere sul grande schermo quelle trame fintamente rappresentate, ma così eccitanti.
Entra Laura, lei di anni ne ha ottanta e del calcio ne ha interesse solo con riferimento alla possibile influenza che possa avere sul traffico cittadino. Chiede quando inizia ma, non ricevendo alcuna risposta, capisce che l’evento è prossimo. Sorride, sghignazza, poi, allo sguardo truce del “torvo seduto”, si allontana comprendendo che ogni possibilità di comunicazione è oramai interrotta almeno per un paio di ore abbondanti, recupero incluso potremmo dire, giusto per lanciare un segnale di possibile futura ripresa.
Vincenzo ed Agostino cominciano ad impazzare, anche loro ben consapevoli che, qualunque sia il risultato, la risposta sarà sempre di un pareggio a reti bianche. Solo all’ottantacinquesimo e con un risultato oscillante tra il 3-4 : 0 a nostro vantaggio, potranno ottenere “l’agognata” analisi della partita, scevra di qualsivoglia scaramanzia, o sentirsi riferire testualmente: “stammc accort” – con ciò parafrasando qualcuno che ben prima di me affrontava l’agone calcistico.
Mancano cinque minuti, ci si inizia a collegare a Dazn, operazione complessa, da effettuarsi con il fiato sospeso. L’immagine è assente, schermo “profondo nero”, gira una rotella, sembra non finire mai, i secondi appaiono minuti, ma alla fine finalmente ci siamo. Una volta ci si sintonizzava alla radio, con un gracchiare continuo ed alla ricerca della frequenza giusta, oggi ci si appiglia ad un’immagine circolare che rappresenta una specie di conto alla rovescia. Sostanzialmente il progresso non cambia l’emozione e la sua attesa. Fortunatamente!
L’immagine di Fiorentina-Napoli si staglia all’orizzonte, ora si va sul quadretto. Bene! Va tutto bene. I giocatori sono nel tunnel, ora entrano in campo. Lo stomaco si chiude, la salivazione tende ad una lenta ma inesorabile diminuzione pur non azzerandosi del tutto, l’udito si concentra unicamente sull’audio promanante dall’apparecchio televisivo.
Nessun problema, non è un infarto, sta iniziando soltanto la partita. Avanti ragazzi, “Forza Napoli”!
Articolo scritto per la rubrica “Le vostre voci” di Sport del Sud da Antonello Grassi.