Rocco Hunt: “Ho rifiutato di scrivere l’inno del Napoli, non era giusto”

Il cantante Rocco Hunt ha rilasciato un'intervista nella quale ha svelato un’indiscrezione che lo lega al Napoli.

Articolo di Redazione SDS05/06/2023

Rocco Hunt, pseudonimo di Rocco Pagliarulo, rapper salernitano di nascita è stato intervistato dal Corriere della Sera, rivelando – tra le altre cose – un’indiscrezione che lo lega al Napoli.

Le chiesero di scrivere l’inno del Napoli, disse di no…
“Sarebbe stato un grandissimo onore ma era più giusto che lo facesse un napoletano doc, che se lo sente sulla pelle”.

Rocco ha raccontato spesso della sua infanzia, delle difficoltà in cui è cresciuto…
“Sono cresciuto in una stanzetta con la muffa alle pareti. La casa era umida, specie d’inverno, ma non c’erano i soldi per chiamare il pittore e togliere le macchie. Però le canzoni più belle le ho scritte lì, anche Nu juorno buono. Avevo fame di vita, di emozioni, di conoscenze”.

In quella cameretta è iniziato il suo percorso musicale, osservato anche dal ritratto di Padre Pio…
“Tutti i ritagli di stampa che parlavano di me. E il ritratto di Padre Pio, quello stava in ogni stanza della casa. Un giorno papà è entrato e mi ha visto provare le mosse di rap e hip-hop. Sconsolato, ha guardato il quadro implorando la grazia: “Padreppìo aiutalo tu””.

Chi sono i suoi migliori amici nella musica? “Clementino, ci frequentiamo da tanto. E Geolier, fenomeno del momento, usciamo insieme quando passo per Napoli. Da piccolo era un mio fan, ha voluto la torta di compleanno con la mia faccia sopra. Rappresentiamo il riscatto di noi che cantiamo in dialetto, ormai è stato sdoganato”.

C’era già stato Pino Daniele.
“Le radio passavano solo le canzoni in italiano. Zio Pino. Ho avuto l’onore di cantare con lui al Palapartenope. L’avevo incontrato negli studi di Radio Dj, mi ero imbucato per conoscerlo. “Uè uagliò, che tieni da fare a dicembre?”. “Niente, Maestro, specie se mi volete voi”.

Chiama Maestro anche Gigi D’Alessio? “Con Gigi ho più confidenza. Poi c’è Eros, tra noi c’è un grande affetto. Registravo nel suo studio, facevo una cover di Edoardo Bennato: Un giorno credi. Entrò e cantò con me il ritornello. Ho un buon rapporto anche con Jovanotti, l’anno scorso sono stato al suo Jova Beach Party, abbiamo suonato insieme, forte, è stato di ispirazione per il mio percorso”.

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