Cairo: “Non c’è merito sportivo se giocano i Primavera 2003”
Urbano Cairo tuona all'ANSA per la decisione del Consiglio di Lega di far giocare i Primavera 2003 laddove ve ne sia bisogno per raggiungere il numero minimo di 13 giocatori.

© “CAIRO” – FOTO MOSCA
Urbano Cairo commenta all’ANSA con parole forti la decisione presa dal Consiglio di Lega straordinario di oggi pomeriggio in cui è stato deciso che le partite si dovranno regolarmente disputare se saranno disponibili almeno 13 giocatori della squadra. Ciò che però non riesce a digerire il presidente del Torino è che per raggiungere il numero minimo di giocatori vengano considerati anche i Primavera nati entro il dicembre 2003. A seguire le sue parole in merito.
“Guardiamo all’esempio della Premier League: i contagi in Inghilterra erano molto alti ma hanno salvaguardato il campionato e allo stesso tempo il merito sportivo. Se i positivi sono troppi, la partita si rinvia e si recupera. Stiamo varando delle misure che secondo me sono fatte in modo un po’ affrettato, quando c’era tutto il tempo per metterle a punto.
Abbiamo avuto il campionato italiano fermo, mentre la Premier ha giocato un bellissimo boxing day, pur rimandando alcune partite. Per inciso, io ero e sono convinto che andasse fatto anche in Italia, quando l’abbiamo fatto era bello e secondo me andava continuato per farlo diventare un’abitudine.
In ogni caso la Premier ha deciso intelligentemente, quando i contagi già erano oltre i 100 mila e poi 200 mila al giorno, di salvaguardare il campionato. La Premier equivale alla serie A, anzi peggio, perché hanno più date di noi, avendo una Coppa di Lega in più.
Comunque, tornando a noi, non è giusto fare giocare una squadra a tutti i costi se non ha i giocatori: non ha senso dire che devono giocare anche i Primavera nati entro il 2003. Non a caso un campionato come la Premier più avanti di noi, anche per valore economico, ha preso altre decisioni. Appiattirsi sulle norme Uefa è sbagliato, perché la Uefa deve conciliare le esigenze di molti campionati e non ha altre date da utilizzare.
Ci vogliono comunque delle regole chiare per cui, come in Premier, la Lega decide se una partita si gioca o no, in relazione al numero dei positivi. Altrimenti non salvaguardi il merito sportivo“.