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Cassano svela un retroscena: “La Juve mi chiamava sempre, ma non mi ha mai affascinato”

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© “CASSANO” – FOTO MOSCA

Antonio Cassano è una macchina di racconti, ne ha vissute talmente tante nel corso della sua carriera che potrebbe narrare per ore. Intervistato da La Repubblica, Fantantonio ha parlato del suo Milan, quando giocava con gente del calibro di Ibra, Thiago Silva, Robinho, screditando il lavoro di Allegri. Le sue parole su quest’esperienza:

C’erano Abbiati in porta, Zambrotta, Jankulovkski, Thiago Silva e Nesta centrali, in mezzo Pirlo o Van Bommel, Gattuso, Seedorf e Ambrosini, davanti Cassano, Ibrahimovic e Robinho. Capisce? Non facevamo tattica: martedì si correva un po’, mercoledì palestra, giovedì partitella, venerdì facoltativo e sabato battevamo due rigori, due calci d’angolo e stop. La squadra andava da sola“.

Continuano a discorrere circa il tema Juventus, il fenomeno barese ha raccontato anche che i bianconeri lo hanno chiamato più volte per offrirgli la possibilità di diventare un loro calciatore, ma la risposta è sempre stata negativa. In riguardo l’ex 99 ha affermato:

Ho rifiutato quattro volte i bianconeri, nel 2011 avevo appuntamento con Moggi ma volevo giocare con Totti, mi affascinava Roma. Non mi ha mai affascinato la Juve, nemmeno per un secondo: non c’entrava nulla con la mia idea di calcio. Lì sarei durato tre giorni: il primo giorno mi acquistavano, il secondo presentazione, il terzo mi cacciavano via. Buffon mi diceva: sei un cretino, da noi potevi vincere il Pallone d’oro. Io gli rispondevo: Gigi, io non timbro il cartellino, io all’allenamento devo divertirmi” 

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