Retegui: “Esordire al Maradona è stato un sogno”

Dalla chiamata dell'Italia all'esordio al Diego Armando Maradona. Mateo Retegui ha raccontato la sua esperienza con la maglia azzurra.

Retegui, NapoliFoto Mosca
Articolo di Redazione SDS07/04/2023

© “RETEGUI” – FOTO MOSCA

Mateo Retegui è stato il nuovo convocato nelle file della Nazionale italiana di Roberto Mancini. L’italoargentino ha fatto il suo esordio con la maglia azzurra al Maradona nella partita contro l’Inghilterra, segnando anche l’unica rete per la formazione del Mancio.

L’attaccante del Tigre ha rivissuto i momenti con l’Italia nel corso di un’intervista per la Gazzetta dello Sport:

Sulla convocazione dell’Italia: “Un giorno a inizio anno stavo tornando da un allenamento e papà mi chiama per dirmi che aveva una notizia molto importante. Ma non mi sarei mai immaginato una cosa così: nemmeno nel più bello dei sogni avrei potuto pensare di giocare per l’Italia, a Napoli, nello stadio che porta il nome di Diego Armando Maradona. Non appena papà mi ha detto che Roberto (Mancini; n.d.r.) mi voleva, il mio sì arrivato velocissimo, non c’era molto da pensarci”.

Come è stato giocare al Maradona da argentino? “Debuttare in quello stadio con la maglia dell’Italia è stato stupendo, è difficile da spiegare, per tutte le sensazioni che provavo quando sono entrato in campo, sentire tutta quella gente. Bellissimo. Avrei solo voluto vincere, sarebbe stato il debutto perfetto”.

Meglio Maradona o Messi?Tutti e due. Io non ho vissuto la storia di Diego come giocatore. L’ho incontrato giocando il Clasico con l’Estudiantes quando lui era l’allenatore del Gimnasia, vincemmo 1-0 con il mio gol. Ne ho fatti tanti, ma per me quello resta il gol più importante della mia carriera. Ho fatto una bella foto con Diego quel giorno, anche se lui non era propriamente felice. Però non posso scegliere tra lui e Leo, sono i due più grandi della storia”.

Il suo futuro? “Segue tutto mio padre con i dirigenti del Tigre. Adesso l’obiettivo è di prepararmi ancora meglio a livello fisico e mentale se l’Italia mi dovesse richiamare”.