Reja: “Kvara non sorride più, Garcia non deve inventarsi niente”
Edy Reja, allenatore con cui il Napoli ha dato il via all'era De Laurentiis, ha parlato dell'inizio stagione del nuovo Napoli di Rudi Garcia.
Edy Reja, allenatore con cui il Napoli ha dato il via all’era De Laurentiis ripartendo nel 2004 dalla Serie C, è intervenuto in collegamento telefonico con Radio Marte, parlando dell’inizio stagione del nuovo Napoli di Rudi Garcia e annunciando: “Ho chiuso con il calcio“.
Ecco le parole:
“Il caso Osimhen? Certo Osimhen non è facile da gestire. Un allenatore deve conoscere bene i calciatori dal punto di vista caratteriale; deve entrarci dentro anche dal punto di vista mentale. Soprattutto con calciatori tipo Osimhen o Kvara, che mi sembra non sorridere più”.
Sulla gestione di Garcia: “Secondo me quando un nuovo allenatore prende una squadra come il Napoli dell’anno scorso non deve inventarsi niente, deve semplicemente giocare come l’anno precedente. La filosofia deve essere quella. Poi, chiaramente, ogni allenatore ha il suo modo di interpretare il calcio. Credo però, dopo le ultime prestazioni, che Garcia abbia trovato la strada giusta rispetto alle prime prestazioni che non mi piacevano”.
Reja ha poi aggiunto: “Il “Consiglio dei saggi” è qualcosa che si fa. Bisogna che ci sia un colloquio costante con i calciatori per vedere se il sistema di gioco viene sposato da tutta la squadra. Perché il calciatore quando va in campo deve sapere quello che fa e deve essere messo nelle condizioni di rendere al massimo. E la responsabilità è solo del tecnico, ecco perché occorre il dialogo costante con tutta la squadra”.
Su Spalletti e la nuova difesa: “Non conosco il sistema di Garcia, non so come lavora sul piano difensivo. Spalletti, invece, lo conosco bene perché lo seguivo già a Udine e lui è un maniaco del lavoro sul campo in una certa maniera. Anche dal punto di vista tattico; lui prepara le gare e anche durante la settimana lavora in una maniera straordinaria. La difesa come sta? Kim purtroppo non c’è più. Spalletti mi diceva che Kim era un giocatore di una qualità straordinaria e soprattutto aveva una grande concentrazione e non sbagliava un colpo. Devo dire che Natan non mi dispiace così come Ostigard“.