Tonfo Giugliano: terza sconfitta consecutiva per i tigrotti
Sono bastate poche battute d’arresto per sgretolare certezze rette su mura di marzapane: Bertotto è chiamato a rimettere in riga tutto lo spogliatoio.
©️ “GIUGLIANO” – FOTO MOSCA
Pronti via siamo alla ventesima giornata di campionato di Serie C, girone C e si sfidano Sorrento-Giugliano nel derby Campano. La squadra di casa appare precisa ed ordinata, capace di costruire un gioco fitto, ma semplice che permette di passare in un doppio vantaggio, grazie ad un penalty per tempo.
Notte fonda per i tigrotti, che sono disorientati, senza Bernardocco non si riesce a costruire dal basso ed uscire palla a piede dalla propria area ed il gioco offensivo, fatto di pressing e giocate sembra un lontano ricordo atavico per i tigrotti. La partita inizia forte, col Sorrento che pressa fin da subito e induce al fallo Giorgione per il primo rigore, trasformato da De Francesco. L’aridità offensiva è pesante, la scossa non arriva e, a metà gara si fa male anche Giorgione, ma la tempesta non è certo finita ed il secondo tempo inizia peggio e sul sandwich Menna-Yabre nasce il secondo rigore trasformato da Ravasio.
Soltanto in chiusura di partita, con un lampo d’orgoglio, De Sena cerca con un tiro dalla distanza per riaprire la partita che si spegne sul fondo del campo. Male, a tratti malissimo, i gialloblù sono lontani parenti di quelli visiti fin qua. Sono bastate poche battute d’arresto per sgretolare certezze rette su mura di marzapane. Il reparto offensivo ha perso di grinta e cattiveria, mentre il reparto difensivo è allo sbando, con maglie troppo larghe e con duo di difesa centrale Berman-Menna che spesso perdono le marcature.
Il mister è chiamato a rimettere in riga tutto lo spogliatoio: non si può mollare adesso, bisogna cercare di far punti e salvarsi quanto prima per non ricadere nel baratro play-out. Una nota di merito va fatta ancora ai tifosi, sempre corretti, presenti a sostegno della maglia e resta surreale la situazione che vivono nelle mura amiche, dove spesso i controlli sono surreali, un vero accanimento nei confronti di una tifoseria, che troppo spesso paga colpe non proprie, ma di altri che si fingono tifosi, solo per delinquere.