Caro tifoso ti scrivo…
A un tifoso così, e l’azzurro del Napoli ne ha tanti nella città di origine, nell’Italia intera, nel mondo, sarebbe possibile e doveroso, parlare con lealtà.
© “DE LAURENTIIS” – FOTO MOSCA
Il tifoso napoletano che vorremmo: passione per il calcio, campanilismo nei limiti della ragionevolezza, dialogo fecondo con il club, fedeltà alla connessione sentimentale squadra-città, doti di critica e autocritica, severa serenità di giudizio. A un tifoso così e l’azzurro del Napoli ne ha tanti nella città di origine, nell’Italia intera, nel mondo, sarebbe possibile e doveroso, parlare con lealtà.
De Laurentiis: “Caro tifoso, il tuo Napoli è anche il mio, partenopeo di convinta adozione. Insieme abbiamo percorso un tragitto tutt’altro che facile, nel contesto di uno sport degenerato anche per l’interferenza di ambiziosi detentori di ricchezze accumulate senza grandi sforzi di intraprendenza imprenditoriale. Il mondo del calcio ha perso, per fortuna non globalmente, il suo storico, unico primato, di gioco spettacolare, per infilarsi nel pianeta del business, del ritorno d’immagine di chi investe cifre stratosferiche per stabilirsi nel ghota delle squadre al top di un circuito divenuto esclusivo.
A fare la differenza, in tempi di normalità economica, ha operato un incastro di capacità manageriali, professionalità dei vertici e quell’occhiata benevola della dea Fortuna nei confronti di chi le si affida. Ripercorrere le tappe del sodalizio iniziato con il Napoli a rischio di scomparsa, fino alle ultime imprese di concludere due campionati a un niente dallo scudetto, richiederebbe la dimensione di un libro-diario, che prima o poi sarà scritto e pubblicato. Il momento difficile della grave crisi provocata dalla pandemia e dalla guerra in Ucraina non risparmia il mondo dello sport, in particolare del calcio e specialmente del Napoli, affidato a una gestione obbligatoriamente oculata della società. Il paragone non attenua la delusione per le rinunce rese ineludibili nel continuare a esibire conti ‘sani’, ma la scelta è identica alle decisioni di una famiglia non benestante, che stenta a sopravvivere senza far debiti e riduce tutti i costi del proprio ménage.
Non si va al ristorante, risparmi sui costi di luce, acqua, e gas, disdetta di uno degli abbonamenti ai network televisivi, eccetera. La vita di quella famiglia non sarà più quella di prima, ma almeno camminerà a testa alta per la confermata dignità. Pensate che sia stata una rinuncia facile a Insigne, a ‘Ciro’ Mertens, ai loro compagni? È un grave vulnus per le ambizioni che condividiamo e l’impegno è comunque di compensare al meglio la loro assenza nel prossimo campionato. L’operazione è tutt’altro che di facile realizzazione, ma neanche impossibile, anche con il contributo della vostra passione. Questa stretta via di uscita dal momento difficile che attraversiamo avrebbe un’alternativa francamente agevole: vendere il Napoli a un emiro, a un nababbo americano, a un ultra ricco cinese: sarebbe ancora il Napoli dei napoletani?”