Da Yaoundè a Napoli: la storia di Zambo Anguissa
Arrivato in silenzio, Zambo Anguissa ha conquistato tutti a suon di prestazioni di livello. La sua, è la storia di un sogno diventato realtà.

© “ANGUISSA” – FOTO MOSCA
Se si escludono il tesseramento di Juan Jesus, arrivato da svincolato, e il ritorno a titolo gratuito di Davide Marfella, Andrè Frank Zambo Anguissa è l’unico calciatore ad essere stato acquistato dal Napoli in questo mercato. Si sono sprecati tanti nomi prima di arrivare al suo e, col senno di poi, la lunga attesa è stata ripagata. Era la sera del 29 agosto, si era appena portata a casa la vittoria in casa del Genoa, quando sui siti di fede napoletana inizia a rimbalzare una notizia lanciata da Sky: “Napoli: contatti in corso con il Fulham per Anguissa”. Bha, ma chi sarà mai? Uno dei tanti nomi per cui non si concluderà niente – si pensa. E invece, neanche il tempo di svegliarsi la mattina seguente che Anguissa è già a Villa Stuart a fare le visite mediche. A due giorni dalla chiusura della finestra di mercato, il Napoli conclude il suo primo acquisto.
Il sogno di un bambino
La sua vita l’ha raccontata qualche anno fa in un toccante mini-documentario dedicatogli dall’Olympique Marsiglia, perché per il resto è sempre stato un ragazzo molto riservato. Andrè Frank Zambo Anguissa nasce il 16 novembre 1995 a Yaoundè, la capitale del Camerun. Come gran parte delle storie che provengono da queste parti del mondo, anche la storia di Frank parte da premesse molto umili. Famiglia numerosa, un fratello, due sorelle, papà Louis e mamma Juliette, pochi soldi ma tanti sogni, uno in particolare.
“Quando era piccolo – racconta la mamma – ci diceva sempre che da grande avrebbe voluto giocare a pallone. Guardava le partite e pensava: “Wow! Ecco qualcuno che ha realizzato il suo sogno”. Ha sempre creduto in quello che voleva, ci ha messo tutto sé stesso”. E anche i ricordi del padre, Louis, testimoniano la sua grande passione fin da bambino: “Quando andavamo a comprargli dei giocattoli nuovi era sempre la stessa storia. “Papà, guarda! Voglio quel pallone là”, mi diceva. Spesso cercava i palloni più piccoli. Probabilmente è così che ha migliorato la sua tecnica, dal momento che non ha mai frequentato nessuna scuola calcio”.
I primi calci, ma anche i tanti altri successivi, Anguissa li ha dati per le stradine sterrate di Yaoundè, con gli amici. Si giocava con qualsiasi cosa capitasse, mica solamente con i palloni. Bastava un’arancia, una pallina da tennis, una palla di pezza o di plastica, e il divertimento cominciava. Fino all’adolescenza, prima di unirsi all’AS Fortune, una delle squadre giovanili della capitale camerunense, è stata la strada la sua unica scuola calcio.
“Eccolo, il migliore è Anguissa”
La svolta per il giovane Zambo Anguissa è il G8, un torneo annuale tra i migliori giovani del Camerun organizzato da un certo Maxime Nana, oggi suo agente. La competizione rappresenta un’importante vetrina per i ragazzi del Paese, dal momento che richiama l’attenzione di numerosi osservatori pronti ad accorrere da mezza Europa in cerca di qualche futuro talento. È proprio nel G8 del 2013, a 17 anni, che Anguissa ruba l’occhio per fisicità, tecnica e maturità. Colpisce anche Jean-Philippe Durand, responsabile dell’area scouting del Marsiglia, che senza esitazione fa presente a Nana: “Eccolo, il migliore è Anguissa”. Ma i tempi non sono ancora maturi per l’Europa. Piuttosto, viene preso dal Coton Sport Garoua, una delle migliori squadre in Camerun. Anche la madre, che avrebbe voluto una carriera di studi per il figlio Frank, inizia a comprendere che forse, effettivamente, il suo bambino ha del talento e può farcela.
Dopo appena sei mesi, infatti, arriva la chiamata che non ti aspetti: c’è lo Stade de Reims ad attenderlo. È il momento del grande salto per inseguire il sogno di arrivare nel calcio che conta, uno di quei treni che potrebbero non ripassare più. Nell’estate del 2014 si trasferisce ufficialmente in Francia, dove deve fare i conti con un mondo completamente differente. Fin dai primi allenamenti capisce che non avrà vita facile. Come lui stesso ha ammesso, pesava molto il divario tattico, più che tecnico, con gli altri compagni di squadra: l’assenza di una scuola calcio nella sua crescita rappresentava un deficit non indifferente. Così, ha dovuto rimboccarsi le maniche, ricominciare da capo e lavorare duramente per poter dire la sua. Insomma, la prima avventura è stata un mezzo fallimento.
La benedizione di Bielsa
Dopo un anno nella squadra B del Reims, l’estate successiva viene convocato per un provino dal Valenciennes, club militante in Ligue 2. Tutto procede per il meglio, tant’è che dopo appena qualche giorno sembra aver già convinto la società ad acquistarlo. Nonostante qualche lacuna, in quel ragazzo c’era del potenziale. E David Le Frapper, allenatore del Valenciennes, non era l’unico ad essersene accorto. Al quarto giorno in prova, infatti, arriva la chiamata dell’Olympique Marsiglia: El loco Bielsa – non uno qualsiasi – lo voleva con sé in prima squadra. Anguissa accetta, senza indugio, e si trasferisce in uno dei migliori club francesi.
Anche qui, però, la sua avventura incomincia in salita. In seguito a divergenze con la dirigenza, proprio Bielsa, colui che lo aveva voluto, rassegna le dimissioni appena dieci giorni dopo il suo arrivo. Il sostituto, Michel, non ne riconosce il potenziale e non lo ritiene utile alla sua causa. Infatti, in 33 partite sotto la gestione del tecnico spagnolo, Anguissa verrà convocato solamente 10 volte, collezionando appena 133 minuti. Meno di quanti ne collezionerà nelle successive ultime 4 partite stagionali (152’) con Franck Passi, il vice.
La svolta, però, è dietro l’angolo. Dalla stagione 2016/17, sulla panchina del Marsiglia arriva Rudi Garcia. Sotto la sua gestione, Zambo Anguissa diventerà uno dei fedelissimi, titolare inamovibile e perno del centrocampo con 70 presenze in due stagioni di Ligue 1 e una finale di Europa League, poi persa contro l’Atletico Madrid del Cholo Simeone. Il suo nome comincia a comparire nei taccuini che contano e molti club di spessore, tra cui anche il Napoli, ne seguono le vicende. A 22 anni, infatti, è ritenuto tra i prospetti più interessanti nel suo ruolo.
Alla conquista dell’Europa
Dopo tante avances, nell’estate del 2018 il camerunense sceglie la via della Premier League, sponda Fulham. I Cottagers, appena risaliti nella massima serie inglese, se lo aggiudicano per una cifra vicina ai 30 milioni complessivi con la speranza di allestire una rosa degna del campionato. Nella stessa sessione di mercato, infatti, arrivano altri grandi nomi come Mitrovic, Schurrle, Seri e Vietto. Nonostante le ingenti spese, però, il Fulham concluderà la stagione al diciannovesimo posto, tornando nuovamente in Championship.
Dopo una buona annata, anche se l’epilogo finale non è stato quello desiderato, Zambo Anguissa viene girato in prestito al Villarreal mentre i compagni provano a riguadagnarsi la promozione. In Spagna, la qualità della rosa e le ambizioni del Submarino Amarillo sono completamente diverse da quelle del club inglese che ne detiene il cartellino. Eppure, anche in questo caso, basta poco ad Anguissa per prendere le redini del centrocampo, disputando 36 partite e contribuendo alla conquista della qualificazione diretta all’Europa League 2020/21, poi vinta dalla squadra di Unai Emery. Nel regno di Lionel Messi, il camerunense conclude il campionato al sesto posto nella classifica dei dribbling riusciti.
Al termine della stagione Frank fa ritorno alla base, al Fulham, intanto risalito in Premier League. Altra buona stagione da protagonista, nonostante lo scarso rendimento della squadra, e ancora una volta leader del centrocampo con 36 presenze in 38 partite. Nonostante tutto, però, i Cottagers non riescono a salvarsi neanche questa volta concludendo il campionato in diciottesima posizione. Anche in questo caso i numeri parlano da soli: secondo miglior dribblatore della Premier dopo Adama Traorè e quinto nella classifica dei contrasti vinti.
All’ombra del Vesuvio
E allora ecco che la storia si ripete. Anguissa non è un giocatore da Championship e il Fulham non può trattenerlo, così viene messo ai margini della rosa in attesa di una collocazione. Le due stagioni nei bassifondi della classifica inglese non hanno sicuramente giovato alla sua carriera e alla sua reputazione. Sono passati 3 anni da quando era considerato uno dei giocatori più promettenti nel panorama europeo e, nel frattempo, molte delle squadre lo hanno perso di vista. Non tutte, però. Alla porta, infatti, bussa il Napoli: una proposta che non si può rifiutare. Ci si prepara e si parte per un’altra avventura, alla conquista di un altro centrocampo.
Il resto della sua carriera è ancora un work in progress, ma le premesse stanno facendo ben sperare. Buttato nella mischia da titolare, contro la Juve e dopo tre giorni dal suo arrivo a Napoli, ci ha messo giusto qualche minuto per dimostrare il suo valore ed entrare nei cuori partenopei. Al momento è irrinunciabile, sembra quasi avere un giocatore in più in mezzo al campo.
I numeri? Per ora devastanti, anche se la stagione è ancora lunga. I parziali dicono che il camerunense è nella top 10 dei calciatori che corrono di più in Serie A (11km in media a partita); è addirittura nella top 20 dei calciatori con più dribbling riusciti in Europa (quasi 5 in media a partita); 92,5% dei passaggi riusciti, con 505 palloni giocati ai compagni; 58 palloni recuperati e 71 contrasti vinti. Quantità e qualità per – ricordiamolo – poco meno di 15 milioni di euro.
Senza dimenticare le origini
Dalle stradine sterrate di Yaoundè, il piccolo Anguissa è arrivato a calpestare i prati dei più prestigiosi campi di Francia, Inghilterra, Spagna e ora Italia. Con i primi stipendi da calciatore ha fatto costruire una nuova casa per la sua famiglia, per ringraziarli di tutti i sacrifici fatti per rendere possibile questo lungo viaggio. Ha dato stabilità e sicurezza alle vite delle persone a lui più care, dimostrando riconoscenza e affetto nonostante la lontananza. Appena può, fa ritorno nella sua terra, tra la sua gente, nei campi in cui è cresciuto. Ammirare il punto di partenza, ricordare dove tutto è iniziato, rende ancor più meraviglioso il punto di arrivo.
“Wow, Frank! Ecco qualcuno che ha realizzato il suo sogno”.