Lomasto, il difensore che gioca (e vince) al Sud
Intervista a Paolo Lomasto, difensore nato a Napoli ma sempre in giro per lo stivale, anzi per il Sud dello stivale.
Ha appena compiuto 32 anni, ma per un difensore centrale l’età è solo un dettaglio, soprattutto
se hai vinto gli ultimi due campionati da protagonista.
Oggi parliamo di Paolo Lomasto, difensore nato a Napoli ma sempre in giro per lo stivale, anzi
per il Sud dello stivale. Quest’anno è arrivato ad Arezzo, per provare a riportare in Lega Pro la
squadra toscana, dopo la delusione del mancato ripescaggio quest’estate. Ma in carriera non si era mai spinto così al “Nord”.
Inizia nelle giovanili di Perugia ed Avellino, prima di passare al Pomigliano nel 2009. E proprio l’esperienza di Pomigliano (3 anni) rappresenta la parentesi più lunga di Lomasto. Perché negli ultimi 10 anni ha cambiato maglia ogni stagione. Trani, Nardò e Bitonto in Puglia, Isola Liri, Fondi e Rieti nel Lazio, Sambenedettese nelle Marche, Città di Castello in Umbria, Pomigliano e Nocerina in Campania, Castrovillari in Calabria, Sicula Leonzio, Palazzolo, Messina in Sicilia. 3 promozioni in C (Sicula Leonzio, Messina e Bitonto) e play off raggiunti con Pomigliano (due volte), Rieti, Nocerina e Castrovillari. Un vincente, insomma. E noi di Sportdelsud l’abbiamo intervistato.
Ciao Paolo, partiamo dall’Arezzo, 4 vittorie nelle prime 5, poi cosa è successo?
L’eliminazione dalla Coppa Italia una settimana prima dell’inizio del campionato ci ha trasmesso tanta rabbia per iniziare alla grande. Purtroppo quando sei una squadra costruita da 0, in una città che vive di calcio ed ancora molto delusa dall’ultima retrocessione in estate, non ti puoi permettere nemmeno il minimo errore che inizi a scendere in classifica.
Si parla soltanto di Covid in serie A. In serie D, invece? Com’è la situazione?
Nessuno poteva mai immaginare questa situazione due anni fa. L’anno scorso, il protocollo della
Lega di Serie D prevedeva un giro obbligatorio di tamponi il venerdì, dopo la seduta di allenamento, a tutti, calciatori e staff. Ed in base ai risultati dei tamponi si decideva se la domenica si sarebbe giocato o no. A Messina con tanta prevenzione ed un pizzico di fortuna non abbiamo mai avuto un positivo. Quest’anno, purtroppo, il Covid lo si prende troppo
facilmente. Abbiamo avuto fino ad 11 positivi nonostante tutti avessero le due dosi. Nel periodo
di Natale ci siamo allenati in 15. E non vediamo l’ora che possa finire questo incubo.
Toglici una curiosità: Arezzo, quest’anno, è la città più a “Nord” in cui hai giocato, come te la spieghi questa cosa?
Non c’è un perché vero e proprio. Ho giocato sempre al Sud, nei gironi H e I, che sono quelli più complicati, sia per il livello di tante squadre attrezzate per salire in C, sia per gli stadi sempre caldi durante le partite. Ci sono città in D che fanno in media migliaia di spettatori e per un calciatore è tanta roba. Ed Arezzo, per passione e calore della tifoseria, sembra una piazza del Sud!
Sapresti dirci la piazza più bella in cui hai giocato? O la stagione che ti è rimasta nel
cuore?
Le annate belle sono quelle dove vinci. E Messina, lo scorso anno, senza togliere nulla alle altre città, mi ha segnato dentro. Abbiamo vinto un campionato in una città che ha sempre fatto calcio ad altissimi livelli. Ha disputato la A pochi anni fa. Avevamo calciatori fortissimi e ci siamo giocati il campionato con la seconda squadra di Messina, perché ci tengo a sottolineare che noi eravamo la prima squadra della città. La cosa particolare è che sapevamo che, viste le difficoltà legate al Covid, o si saliva in C o si rischiava di scomparire. Ed infatti la FC Messina si è ritirata
quest’anno.
Sei stato eletto miglior centrale difensivo delle ultime due stagioni, a Bitonto e Messina. Ma perché nessuna presenza in Lega Pro?
Bella domanda, forse il destino. A Bitonto fui convocato per firmare il contratto e fare le visite mediche. Poi vicende extracalcistiche fecero retrocedere il Bitonto e fu fatto salire il Foggia. E quindi sono ripartito da Messina. Vinco il campionato e quest’estate sembrava dovessi far parte di quei 5-6 confermati per la Lega Pro per dare continuità. Poi la società ha fatto scelte diverse. Anche a dicembre si era aperta qualche possibilità, ma sono in una società che non ha nulla da
invidiare a quelle di Lega Pro. Ma soprattutto Arezzo è una città che ha fame come me. E voglio la C dalla porta principale anche se negli ultimi anni in Lega Pro ci sono tanti prestiti dalla serie A da valorizzare.
Quali sono i calciatori più forti in D, sia tra quelli che hai affrontato che tra quelli con i quali hai giocato?
In 15 anni ne ho giocate di partite. Da difensore ho incontrato tantissimi attaccanti di qualità. Direi Brienza, quello del Palermo e Biancolino. Oppure Ciccio Lodi, incontrato di recente. Stesso discorso tra i compagni di squadra, avendo giocato sempre per l’alta classifica. Ma scelgo due calciatori che hanno una qualità superiore alla media: il primo è Nicola Strambelli, l’altro è Nello Cutolo, che molti lo ricorderanno per quella lite con mister Mandorlini, giusto per rimanere in tema Nord e Sud. Entrambi fanno la differenza una domenica sì e l’altra pure. E non solo in D.
E qualche aneddoto che ti va di raccontare per i lettori di Sport del Sud, sempre molto legati al calcio dilettantistico?
Di aneddoti belli ne ho due su tutti. A Lentini, alla Sicula Leonzio, ci fu un cambio in panchina. Venne Ciccio Cozza che all’esordio mi mise in panchina nonostante ero stato uno dei migliori dell’intero girone fino a quel momento. La partita si era messa male e dagli spalti iniziarono a lamentarsi, chiedendo di farmi entrare. Quando Cozza mi chiamò per buttarmi nella mischia, ricordo che tutta la tribuna si alzò in piedi urlando il mio nome. E di ruolo facevo e faccio il
difensore centrale, non la punta. Quella emozione la porto dentro, forse anche più della vittoria
del campionato quell’anno. E poi porto nel cuore il gol vittoria lo scorso anno contro il Paternó. 1-2 nel recupero e primato in classifica. Ma per un difensore, le vittorie sono i clean sheets. A Lentini (Sicula Leonzio) per 9 partite di fila non subimmo gol, un vero record in questa categoria.
Ultima domanda, alla quale dovrai rispondere in modo secco, sì o no. Ce la farai a vincere il terzo campionato di fila ad Arezzo?
Ti rispondo di sì. Ma aggiungici anche “lo spero”.
Ciao Paolo. E grazie.
Grazie a voi di Sport del Sud. E W il Sud. Anzi, Forza Napoli.