Il Bologna non vive in un’atmosfera tranquilla
Recentemente contestato dai suoi tifosi, al Maradona arriva un Bologna rognoso ed in cerca dei primi tre punti dell'era Motta.

Allo Stadio Diego Armando Maradona arriva una squadra che vive un rapporto con i tifosi perfettamente in antitesi: se il Napoli, insieme ai suoi tifosi, cavalca l’onda dell’entusiasmo date le grandi prestazioni che sta regalando, il Bologna non gode della stessa frizzante atmosfera. A seguito del pareggio contro la Sampdoria nelle mura amiche, c’è stata una pesante contestazione da porte degli emiliani contro la squadra, soprattutto contro Arnautović, al quale è stata rispedita la maglietta che aveva lanciato in dono alla sua gente. Da quella partita il Bologna non si è affatto ripreso, sono arrivate soltanto alle prestazioni non sufficienti, sfociate in due sconfitte. La prima, in casa contro l’Empoli, la seconda contro la Juventus a Torino.
Nelle fila dei rossoblù l’unico infortunato è Musa Barrow, fermo già da due partite a causa di problemi alla caviglia che lo stanno tenendo lontano dal rettangolo verde. Soggiornante al confine della zona che scotta, la squadra di Thiago Motta ha collezionato soltanto sette punti in otto partite. Ricordiamo, inoltre, che il sostituto di Sinisa Mihajlović doveva essere Roberto De Zerbi; quest’ultimo, non contento dell’esonero del tecnico serbo, ha dirottato l’aereo verso l’Italia volando in Inghilterra. Insomma, questo Bologna risponde perfettamente al brocardo mala tempora currunt: in campo, e nei piani alti.
La stella
Privatosi quest’anno di una sfilza d’interessanti calciatori tra cui Arthur Theate, Aaron Hickey e Mattias Svanberg, la squadra emiliana non è riuscita a colmare lacune lasciate dalla loro partenza. Tutto sommato il Bologna resta una squadra competitiva, che meriterebbe ben altra posizione in classifica grazie al roster di qualità che può vantare. Una squadra che può schierare contemporaneamente Soriano, Sansone e Arnautović, con in panchina Orsolini e in infermeria Barrow, è una squadra che, sul fronte offensivo, gode di qualità d’un certo livello. Con questi nomi non è semplice individuare il miglior giocatore della squadra. Stando, però, ai criteri dell’esperienza e del rendimento, la scelta diventa più facile; sotto questo punto di vista, al sottotitolo “La stella” risponde presente Marko Arnautović.
Con più di un lustro all’attivo in Premier League e la costante presenza nel giro della nazionale austriaca, Arnautović è il nome più rumoroso all’interno della squadra emiliana. Nonostante la squadra non si stia rendendo protagonista di una stagione entusiasmante, qualche mera soddisfazione – almeno al momento – se la sta togliendo il centravanti rossoblù, attualmente capocannoniere della Serie A con 6 reti.
Numero di gol che acquista ancora più valore se accostato al numero complessivo di reti realizzate dal Bologna in queste nove giornate, appena otto. Di questi otto, l’austriaco ne ha segnati sei, ed ha fornito l’assist per un altro. Solo un gol praticamente è stato segnato senza il suo decisivo zampino. Parlando in termini percentuali, l’ex attaccante dell’Inter è partito titolare in tutte le gare disputate dal Bologna, ed ha giocato il 96% dei minuti a disposizione. Come evidenziato, la partecipazione al gol è ovviamente elevata, e sfiora il 90%.
Il tecnico
Con una serie di difficoltà, il Bologna ha esonerato Sinisa Mihajlović e, come evidenziato sopra, il nome in lizza per prendere posto sulla panchina emiliana era Roberto De Zerbi. Non arrivato, la dirigenza ha dovuto virare verso altri nomi disponibili, per di più velocemente. A ricoprire l’incarico dunque è stato scelto Thiago Motta. L’esperienza del calciatore ex Inter sulle panchine di Serie A non è vasta, ma dalle stagioni vissute alla guida di Genoa e Spezia si possono trarre alcune conclusioni.
L’inizio del Motta allenatore non è dei migliori tra schemi e moduli singolari e la proposta di un calcio moderno ed europeo senza la giusta materia prima per poterlo condurre. L’ex Inter si rende conto che è ancora troppo acerbo per certe cose e si dedica ad un calcio all’italiana con il quale si toglierà qualche soddisfazione con lo Spezia, battendo anche Napoli quando l’esonero sembrava alle porte. Predilige un 4-2-3-1 di mourinhana memoria interista. È stato questo, infatti, il modulo che sta utilizzando nelle recenti uscite.
Come gioca il Bologna?
Nel dogma di Thiago Motta gli esterni d’attacco sono chiamati ad andare a cento all’ora per tornare a centodieci. Questo è un modo per blindare il centrocampo ed essere più coperti possibile lasciando trequartista e punta leggermente più avanzati per ripartire. Thiago Motta è ancora in cerca della prima vittoria stagionale con il suo Bologna; nelle ultime tre partite gli emiliani hanno guadagnato soltanto un punto, ed il Napoli è apparso abbastanza affatico contro la Cremonese per buona metà della partita. Il turnover, come è stato notato attraverso i risultati, non è una chiave adattabile alla squadra di Spalletti, che riscenderà in campo con i titolatissimi.
Nella partita contro la Sampdoria, il Bologna ha fatto affidamento ad una difesa rocciosa con Cambiaso, Soumaoro, Lucumí e Lykogiannis. La mediana, a proteggere la difesa, era nei piedi di Schouten e Gary Medel, l’uomo che ha il compito di dare alla squadra la garra giusta per vincere le partite più cattive, rognose, maschie. Orsolini, Domínguez e Aebischer componevano il tridente dietro Arnautović punta. È, insomma, un modulo che Luciano Spalletti conosce bene, e che ragiona quasi con gli stessi principi di quello che teorizza lui. Sarà compito della squadra battere il Bologna, ma compito di Luciano fare l’avvocato del diavolo e indirizzare la squadra verso i punti deboli di un sistema che ben conosce.