Lo Bello: “Il gol di Juan Jesus in passato sarebbe stato convalidato!”

L'ex arbitro internazionale Lo Bello ha commentato gli episodi principali di Serie A nell'appuntamento settimanale "Lo Bello del Var".

Articolo di Redazione SDS12/01/2022

Non è mancato di emozioni il 21° turno di Serie A, così come di match di cartello: vedi Inter-Lazio e Roma-Juventus. Come sappiamo, però, al grande interesse di tifosi e addetti ai lavori vanno sempre di pari passo immancabili polemiche. Se anche questa giornata di campionato, infatti, ha portato con sé clamore per le scelte arbitrali lo dobbiamo – guarda caso – alla partita (da lunapark) dell’Olimpico.

Lo spettacolare match tra giallorossi e bianconeri, arbitrato da Massa coadiuvato al Var da Di Paolo, è finito sotto la luce dei riflettori per un penalty non fischiato alla Roma.

Sull’1-0 per la squadra di casa, infatti, De Ligt in area juventina, respinge la conclusione dell’attaccante avversario: il pallone tocca prima il piede del centrale e successivamente il braccio largo. Per il direttore di gara non è rigore, così come per il Var che interviene. Apriti cielo, sui social e sui giornali non si parla d’altro. C’è stato errore o no?

Come nostra buona abitudine abbiamo scambiato due chiacchiere sulla giornata e sull’episodio incriminato con l’ex arbitro internazionale Rosario Lo Bello che ha così commentato: “A quel punto l’olandese deve scegliere o si taglia la gamba o si taglia il braccio. Massa ha fatto bene – da protocollo – a ritenere il tocco di mano involontario, il pallone colpisce dapprima un’altra parte del corpo e poi finisce sulla mano. Se punissimo anche in queste occasioni, allora dovremmo punire tutto, anche quelli non punibili. De Ligt si oppone all’avversario e al pallone con la gamba, il piede è la superficie utilizzata, la superficie di opposizione. Poi la sfera finisce sul braccio, ma successivamente, il giocatore non aveva l’intenzione di “ampliare” il corpo e allora bisogna giudicare con “grano salis”. Bisogna lasciare andare.”

Il caso di giornata viene derubricato dal nostro esperto, che, invece, ritiene di prestare attenzione all’operato generale degli assistenti elettronici: “La Var è uno strumento elettronico, e dunque va usato come intelligenza, soprattuto con buon senso. Non si può punire un giocatore perché è più avanti con la punta del naso o con la punta del piede: questo non è calcio.

Se applicassero il Var in Inghilterra – la patria del calcio – come in Italia si metterebbero a ridere. Lo strumento elettronico non deve invadere la sfera decisionale dell’arbitro che è il direttore di gara e il direttore della terna, dunque il direttore del Var. Il Var deve aiutare se l’arbitro chiede, non se vede mezzo piede avanti. Lo dice anche la FIFA se c’è dubbio si deve giocare.”

E ancora: “Dico il bello e il cattivo. A Roma sul gol di Kulusevski il Var ha fatto un’ottima chiamata, perché l’assistente lo aveva annullato. Lì c’è stato supporto. Lì non si è andato a cercare il pelo nell’uovo. Come ad esempio è stato fatto durante la giornata precedente a Milano.”

Parlando di peli nell’uovo e di situazioni in cui bisognerebbe avere la giusta tolleranza, viene alla mente il gol di Juan Jesus che aveva permesso al Napoli di portarsi sull’1-0 contro alla Sampdoria, successivamente annullato per posizione di fuorigioco del brasiliano su cross di Politano.

“Non si può penalizzare una squadra per un piede oltre la linea. Un piede. Nel passato sarebbe stato sempre gol. Le regole vanno applicate ma con tolleranza, intelligenza, sensibilità. Ritorniamo agli episodi di Milan-Roma. Mourinho aveva ragione a dire “mandatemi le immagini dove si evince che questo è fuorigioco netto!”. Qui non parliamo più di fuorigioco netti, ma di applicazioni fiscali. Il Var deve notare irregolarità, ma un naso, un piede, un centimetro, un millimetro, è un’irregolarità?”

E arriviamo alla chiosa finale: “il calcio vive e si alimenta di reti, di gol e di spettacolo. Se non vogliamo soffocarlo, bisogna applicare con senso le regole, fare luce sulla luce che c’è tra i giocatori. Lo sviluppo del gioco va promosso e non castrato. Altrimenti finiamo per vivisezionare un gioco, per spulciare anche le rimesse laterali. Il calcio deve essere godibile.”