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Juve, il piano “Carta Segreta” è un fallimento: i motivi

Juve, il piano “Carta Segreta” è un fallimento: i motivi

© “JUVENTUS” – FOTO MOSCA

I tifosi juventini avevano tirato un sospiro di sollievo dagli ultimi aggiornamenti di ieri in merito al caso plusvalenze, ma in realtà la mancata citazione nella Carta Covisoc produce effetti diversi da quelli spiegati. Il Fatto Quotidiano, in tal senso, fornisce importanti aggiornamenti:

“La Juventus mai citata è la conferma che il caso plusvalenze non era mai stato indagato prima. Almeno non nel dettaglio e alla luce delle notizie emerse dal fascicolo degli atti della della Procura ordinaria di Torino. È una doccia fredda per i legali – e per i tifosi – bianconeri la discovery della fantomatica carta Covisoc”.

La Carta Covisoc, tra l’altro, sarebbe dovuta essere la salvezza della difesa bianconera, che avrebbe dovuto spalancare le porte e spianare la strada ai legali juventini, provocando l’annullamento di tutta una serie di provvedimenti, tra cui sicuramente il -15 inflitto alla squadra in classifica.

Richiamando il titolo che usa lo stesso Fatto Quotidiano, adesso il piano ammazza-inchiesta vacilla, e non poco. Riprendendo alcuni passaggi chiave del loro scritto, possiamo inoltre leggere che: “Il Consiglio di Stato ha rigettato la sospensiva richiesta dalla Federcalcio, dichiarando esecutiva la presenza del Tar che la obbligava a consegnare agli avvocati della Juventus la lettera di 6 pagine del 14 aprile 2021 firmata dal procuratore generale Chiné, in cui si replicava alla richiesta della Covisoc di verificare l’eventuale esistenza di un “sistema plusvalenze“. Questa carta, per i legali della Juve, dovrebbe dimostrare che i termini per indagare il caso-plusvalenze erano per lo meno scaduti”.

Il punto cruciale, però, arriva qui: “Nella missiva di Chiné si evince che la Covisoc aveva segnalato alcune operazioni di mercato sospette avvenute tra Chievo e Cesena e tra Perugia e Atalanta”.

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