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Tra la Juve e la FIGC è blackjack: i bianconeri vogliono un’altra carta!

Juve agnelli

© “JUVENTUS” – FOTO MOSCA

La Gazzetta dello Sport paragona gli ultimi aggiornamenti del caso plusvalenze ad una partita di calcio, e sintetizzando quanto scritto dalla Rosea potremmo dire che siamo in corso di una situazione molto complicata che implica la partecipazione di arbitri, Var, fuorigiochi geografici e quant’altro. Molto sinteticamente, non è semplice. C’è molta incertezza soprattutto per quanto riguarda le news più recenti.

Si parte dall’innocua Carta Segreta, con cui la Juventus pensava di annullare tutto il processo, ma che invece si è rivelata sostanzialmente inutile. Però, la Rosea fornisce degli spunti interessanti sull’argomento, e scrive:

“Ma allora perché la Figc ha voluto addirittura appellarsi al Consiglio di Stato per ribattere alla sentenza del Tar del Lazio che ha costretto a consegnare agli avvocati difensori i “chiarimenti interpretativi” della Procura Federale contenuti in una nota del 14 aprile 2021? La Federcalcio, che avrebbe voluto difendere così l’autonomia del proprio organo di giustizia, lo ha sempre indicato come un atto interno: ma il Tribunale amministrativo ha stabilito che fosse da ritenere un “contenuto provvedimentale almeno implicito”. Si scopre che nelle sei pagine il procuratore federale, Giuseppe Chiné, scrive al presidente Covisoc in tema di plusvalenze citando i casi Chievo, Cesena, Perugia e ancora Atalanta, ponendo lui stesso una questione di metodo nell’individuazione di un possibile dolo sulle valutazioni alterate dei calciatori“.

Inoltre, continua la Gazzetta: “La Juve in quel documento, che avrebbe potuto invalidare l’intero processo per via di uno spostamento naturale della data d’inizio indagine (rendendo, di conseguenza, inutilizzabili gli atti compiuti dopo il 17 luglio 2021), non viene mai menzionata. Perché allora non si può riprendere il gioco e siamo ancora fermi al Var? La risposta sta in un nuovo dettaglio che emerge proprio dal contenuto del documento appena svelato: nell’oggetto della comunicazione si fa riferimento al “Riscontro della nota Covisoc in data 31 marzo 2021”.

“Anche qui non si è a conoscenza di cosa conterrà quel carteggio, ma siamo potenzialmente di nuovo di fronte a uno scenario che – in caso di riferimento alla Juve – rischierebbe di far saltare tutto anticipando ancora di più l’inizio del procedimento. I legali di Cherubini e Paratici andranno avanti su questo fronte. Mentre la Juve resta in attesa del pronunciamento del Collegio di garanzia del Coni, che sta esaminando le cento pagine di ricorso del club, suddiviso in dieci punti”. 

Risposta sulla penalizzazione, quando ci sarà una decisione definitiva?

Anche a questa domanda risponde la Gazzetta dello Sport, che mette così nero su bianco: “La risposta sui 15 punti di penalizzazione è attesa tra il 31 marzo e il 3 aprile al massimo: da quel momento Allegri e i suoi giocatori comprenderanno se davvero potranno contare su tutti i punti conquistati sul campo (che varrebbero oggi il secondo posto in classifica) oppure no. Entro fine mese Chiné dovrà concludere anche le indagini sul filone parallelo all’inchiesta plusvalenze, cioè quello che pone la lente sulle due manovre stipendi operate dalla Juve nel periodo del Covid e sulle partnership sospette – per via di accordi contenuti in alcune “side letter” – che la società bianconera avrebbe tenuto con altri club di Serie A”.

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