Salernitana-Spezia: i fischi a Dia, un errore che non possiamo permetterci

I fischi a Dia non aiutano. Non è il momento delle divisioni, ma dell’unità. La Salernitana, oggi più che mai, ha bisogno di tutti i suoi tifosi.

DiaFoto Mosca
Articolo di Giovanni Santaniello12/08/2024

La Passione nel calcio: emozioni e autolesionismo

Boulaye Dia oggi ha compreso che il calcio è fatto di emozioni forti, di passioni che scorrono impetuose come un fiume in piena. Tuttavia, c’è un limite sottile tra la passione e l’autolesionismo, e oggi, purtroppo, quel limite è stato superato allo Stadio Arechi. Durante la partita di Coppa Italia contro lo Spezia, i tifosi della Salernitana hanno scelto di fischiare sonoramente Boulaye Dia, l’uomo che, nonostante tutto, ha tenuto alto l’onore della maglia granata con una prestazione maiuscola.

La contestazione contro Boulaye Dia

Dia, il talento senegalese che ha spesso fatto la differenza in campo, oggi è stato vittima di una contestazione feroce. I fischi lo hanno accompagnato fin dal suo ingresso in campo, riecheggiando ad ogni tocco di palla, come un’eco che non voleva spegnersi. Eppure, con una determinazione che pochi riescono a mostrare in momenti tanto difficili, Dia ha risposto con la migliore delle armi: il calcio giocato. Ha realizzato tre reti, portando la Salernitana alla vittoria e al passaggio del turno.

L’amarezza dei tifosi e le conseguenze dei fischi

È comprensibile, certo, l’amarezza dei tifosi. La retrocessione dello scorso campionato è stata un colpo duro da digerire, un boccone amaro che ancora rimane in gola. E le diatribe tra la società e Dia, con il suo imminente passaggio alla Lazio (ah quante squadre stasera si morderanno le dita per non averlo acquistato a prezzi di saldo come ha saputo fare lo scaltro Fabiani), hanno solo esacerbato un clima già teso. Ma oggi, quegli stessi tifosi hanno compiuto un errore che rischia di essere dannoso, non solo per la squadra, ma per tutto l’ambiente.

Fischiare così un proprio calciatore rischia di minare un gruppo che ha bisogno di ritrovare fiducia e unità. Fischiare Dia, oggi, significa voltare le spalle a chi, con una tripletta, ha salvato la squadra da una figuraccia.

Il ruolo dei tifosi: sostegno incondizionato

I tifosi sono il cuore pulsante di una squadra, il dodicesimo uomo in campo. Ma il sostegno non può essere selettivo, non può venire meno proprio nei momenti di difficoltà. In questo momento, la Salernitana ha bisogno di tutti, nessuno escluso. Ha bisogno che le critiche, legittime, nei momenti critici si trasformino in un sostegno incondizionato. Perché il calcio, alla fine, è uno sport collettivo, dove le vittorie si costruiscono insieme, dal primo all’ultimo tifoso.

Domande ai tifosi contestatori

Vorrei rivolgere alcune domande ai 4.000 tifosi  che hanno pagato un biglietto per la soddisfazione di fischiare Dia:

  1. Siete veramente convinti che la retrocessione della Salernitana sia stata solo colpa sua?
  2. Avreste preferito che la Salernitana terminasse la partita con un altro mortificante insuccesso per iniziare la nuova stagione come quella appena conclusa?
  3. Quale calciatore di spessore accetterebbe di venire a Salerno con un clima del genere?
  4. E visto che in squadra ci sono tanti giovani, credete davvero che così li aiutiamo a crescere e ad inserirsi?

Oggi, Boulaye Dia ha dimostrato di avere spalle larghe e di sapere come rispondere alle avversità. Ha dimostrato di meritare rispetto. E’ vero, in quest’ultima stagione si è comportato da sprovveduto, per seguire i consigli di agenti che lo hanno mandato a sbattere, ma la società ha fatto tanti errori imperdonabili nella sua gestione.

È ora che i tifosi ritrovino quella passione positiva che può fare la differenza in una stagione che si preannuncia già assai complicata per le tristi vicende societarie che ancora la zavorrano.

Un appello all’unità

Non è il momento delle divisioni, ma dell’unità.

Perché la Salernitana, oggi più che mai, ha bisogno di tutti i suoi tifosi, dalla curva al settore distinti, per poter risorgere dalle ceneri di una retrocessione dolorosa.

È tempo di mettere da parte i rancori e di tornare a sostenere, con forza e orgoglio, chi indossa la maglia granata. Solo così si può costruire un futuro migliore, insieme.

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