Gabri Veiga: “Ho rifiutato Napoli per i soldi? Chi dice questo non mi conosce”
A distanza di mesi, Gabri Veiga è tornato a parlare in merito alla scelta di lasciare l'Europa per giocare in Arabia.
©️ “GABRI VEIGA” – FOTO MOSCA
Gabri Veiga sarebbe dovuto essere il grande colpo di mercato del Napoli campione d’Italia. Fu una trattativa lunga e complessa quella che gli azzurri imbastirono per provare a prelevare il centrocampista spagnolo dal Celta Vigo e, alla fine, i due club riuscirono anche a trovare l’intesa per il trasferimento del ragazzo all’ombra del Vesuvio. Sul più bello, però, si è inserito l’Al-Ahli, club arabo che milita nel massimo campionato saudita, la Saudi League, e rubò il classe ’02 ai partenopei.
A distanza di mesi da quell’intreccio di mercato, Gabri Veiga è tornato a parlare sulla sua scelta di lasciare l’Europa e di non vestire la maglia del Napoli attraverso i canali ufficiali del club:
Sul suo periodo di adattamento in Arabia: “Ora va bene, anche se ci ho messo un po’ per ambientarmi. Abbiamo vinto il derby contro l’Al-Ittihad e da lì le cose sono andate meglio. All’inizio ci abbiamo messo un po’ a capire quello che voleva il mister. Poi da novembre siamo migliorati tanto e siamo tutti contenti: l’obiettivo minimo è arrivare nelle prime tre posizioni e andare in Champions League asiatica, sarebbe importante per il club”.
Sulla decisione di lasciare l’Europa: “Solo chi è dentro sa cosa è successo: i miei amici, i miei agenti, la mia famiglia. La gente può pensare mille cose e mi farebbe più male se le critiche provenissero da persone vicine a me. Loro non pensano che abbia torto, mi supportano e hanno capito perché ho lasciato Vigo per l’Arabia Saudita. Se qualcuno mi critica riguardo ai soldi è perché non mi conosce. Io sono molto tranquillo. Le persone vedono cose dall’esterno che non sono reali. Non è invidia, forse è mancanza di empatia. Vorrei che la mia decisione fosse rispettata, che io abbia ragione o torto. Sono decisioni personali che bisogna prendere. Comunque non posso preoccuparmi di quello che pensa la gente in generale, anche se rispetto tutti, purché loro rispettino me”.