Imperatore: “Napoli o Bari? Tutta la verità sulla multiproprietà De Laurentiis”
Vincenzo Imperatore, giornalista, scrittore e consulente aziendale, ha fatto chiarezza sulla multiproprietà del presidente De Laurentiis.

©️ “DE LAURENTIIS” – FOTO MOSCA
Vincenzo Imperatore, giornalista, scrittore e consulente aziendale, è intervenuto questa mattina ai microfoni di Radio Selene, nel corso della trasmissione “Passione Bari”, per parlare della multiproprietà del presidente Aurelio De Laurentiis.
Proprio alla controversa figura del patron del Napoli Imperatore dedicherà un libro, in uscita ai primi di maggio: “Si tratterà del primo saggio sul De Laurentiismo, un modello di gestione imprenditoriale e manageriale nel mondo del calcio. Metterà in diretto contatto il tifoso e l’uomo d’affari: parlerà in modo che il tifoso “presidente per un giorno” possa comprendere le logiche che stanno dietro ogni decisione aziendale e societaria. Il tifoso in pochi anni è passato dal parlare del fuorigioco alle plusvalenze e player trading. Chiaramente, poi, si parlerà anche di multiproprietà“.
E, a proposito di multiproprietà, ha commentato le recenti affermazioni di De Laurentiis sulla questione: “Il presidente ha dichiarato che se il Bari dovesse salire in Serie A, il prossimo anno venderà il Bari. C’è da ricordare che, sulla questione multiproprietà, lo stesso De Laurentiis ha ottenuto la modifica dell’articolo 16 bis delle NOIF, rimandando la scadenza al 2028/29. L’articolo stabilisce che, però, se prima di quella scadenza le due società di cui si è proprietario appartengono alla stessa categoria, allora si è costretti a vendere una delle due. Per cui, De Laurentiis non ha fatto altro che ribadire questo concetto”.
E, alla fine, cederà il Napoli o il Bari? Per Imperatore, la strada sarebbe tracciata: “Con una domanda provocatoria, io lascio la risposta agli ascoltatori: se voi foste “presidente per un giorno” di Napoli e Bari, vendereste un’azienda da cui ricavare 100 o quella da 10? Io credo che, in casa De Laurentiis, il 2029 sia oggi. Vincere serve a guadagnare di più, perché aumenta il valore dei giocatori, si avvicineranno nuovi sponsor, perché aumenterà il numero di tifosi nel mondo, perché ne beneficerà il valore del marchio. A tutti gli A16 vorrei ricordare che abbiamo cominciato 19 anni fa senza sponsor sulle maglie. Per le prime 7 partite avevamo il titolo di film che produceva lo stesso De Laurentiis, e poi il nome di una catena di supermercati. Oggi abbiamo Amazon, Konami, UpBit, Emporio Armani. Il brand Napoli è diventato attrattivo e, in considerazione di questo, altri successi continuerebbero ad accrescere il valore. Teniamo presente che per vendere una società bisogna fare una due diligence che duri almeno 8, 10, o anche 12 mesi”.
Una promozione immediata della formazione pugliese, però, potrebbe far rivedere le carte in tavola: “Spero che il Bari arrivi in Serie A per garantire per qualche anno ancora la presenza di De Laurentiis a Napoli. Ricordiamo che poco prima che De Laurentiis rilevasse gli azzurri per circa 30 milioni di euro, era stato offerto attraverso il lodo Petrucci a circa 7/8 milioni di euro, senza successo, ad alcuni imprenditori della città. Questo per dire che mi terrei carissimo un presidente come De Laurentiis. Anche se, essendo grande uomo d’affari, dubito che resterà ancora a lungo, a prescindere dal Bari. Antipatico? Della persona ne ho parlato in un capitolo del mio libro, che si intitola “È antipatico… e che ce ne frega?”. Se io ho bisogno di valutare l’imprenditore sulla base di risultati gestionali e sportivi, a me poco importa del fatto che sia simpatico o antipatico. È vero che ha fatto alcune uscite discutibili, ma la sua comunicazione è studiata, parla alla pancia del tifoso. Chi di noi, sullo scooter, non avrebbe detto quel famoso “siete delle m…”? Per riassumere: teniamoci l’antipatico, fidatevi”.