Jeep lascia la Juve dopo 11 anni: gli sponsor arabi si fanno avanti
L'addio di Jeep lascerà un vuoto di più di 40 milioni di euro ed è per questo motivo che la Juve ha già iniziato a valutare alternative.

© “JUVENTUS – JEEP” – FOTO MOSCA
Dopo undici anni da main sponsor, Jeep lascerà la Juventus. Quella che sta per cominciare, sarà l’ultima stagione bianconera con Jeep in bella mostra sulle maglie. Undici anni in cui Jeep ha potuto farsi conoscere e conquistare quote di mercato delle quattro ruote con i modelli proposti. Un investimento importante, intorno ai 45 milioni di euro a stagione, che andrà ad esaurirsi proprio con il prossimo campionato che inizierà il 20 agosto. La partnership con l’azienda automobilistica infatti scadrà il 30 giugno 2024 e stando alle ultime non verrà rinnovata: urge dunque trovare un sostituto.
Un anno di tempo quindi, un vantaggio rispetto ad altri club di Serie A come Lazio e Roma che sono al momento senza e l’Inter che ha da poco concluso un accordo da 15 milioni con Paramount+ dopo i problemi con DigitalBits nella passata stagione. L’ufficio marketing, tornato sotto la responsabilità di Francesco Calvo, ha quindi iniziato a studiare le strade migliori per sostituire adeguatamente Jeep. Come riferisce Tuttosport, già da settimana prossima sono previsti una serie di appuntamenti per verificare eventuali disponibilità ad approfondire discorsi volti proprio a occupare questo spazio. La Juventus punta a brand dall’interesse anche internazionale senza preclusioni legate al settore merceologico. Ecco che il nuovo sposo potrebbe arrivare dall’Italia ma più probabilmente dall’estero.
In questo senso si registrano i primi contatti con Paesi del Medio Oriente: possono essere coinvolte compagnie aeree ma anche Paesi che vogliono affermarsi dal punto di vista turistico e cercano quindi una grande visibilità per lanciare il proprio marchio. In teoria potrebbe farci un pensiero anche Allianz, che ha dato il nome allo stadio bianconero, ma il colosso assicurativo sino a questo momento ha preferito concentrarsi proprio sul naming delle infrastrutture dei club più prestigiosi. Insomma, la sfida per è partita e risulterà vincente soprattutto se il nuovo brand arriverà dall’esterno, ovvero al di fuori della galassia delle aziende riconducibili a Exor. E pure gli arabi, molto attivi in questo periodo nel football con gli assi ci pensano.