Immobile: “Dispiaciuto per le critiche, non so se resterò nella Lazio”
Ciro Immobile ha parlato del suo ultimo periodo alla Lazio nel corso di una breve intervista.
© “IMMOBILE” – FOTO MOSCA
Per Ciro Immobile le ultime due stagioni non sono state molto esaltanti, tanti infortuni e pochi gol per il 4 volte capocannoniere della Serie A e vincitore della scarpa d’oro nel 2020. L’attaccante della Lazio ha parlato di questo suo periodo nel corso di un’intervista per Il Messaggero:
“Sento sempre la fiducia del mister, ci parlo tutti i giorni e sono tranquillo. Per il presidente io sono come un figlio, ci siamo sempre detti le cose in faccia. Quindi, quando arriverà il momento in cui io non riesco più a dargli quello che si aspetta, le nostre strade si divideranno”.
Finire la carriera alla Lazio? “In questo momento dico sì e no. Non vorrei rispondere al volo, ci sto pensando da un po’ con la mia famiglia. Intanto devo tornare in forma e in campo al meglio. Una volta che ci sarò riuscito, potrò decidere davvero. Ora direi di no perché sono in un periodo negativo e sono infortunato, ma se avessi fatto 20 gol direi sì. Quindi la mia decisione non deve essere dettata dal momento. Sicuramente se prima ero convintissimo di rimanere a vita, ora lo sono un po’ meno. Sono un po’ ferito”.
Sul suo futuro: “Sicuramente alla Lazio, ma non so in quale ruolo. Deciderà il presidente, mi troverà qualcosa, lui non metterà mai in dubbio tutto ciò che ho fatto. Io amo la Lazio. E si dice che più ami qualcosa e più ci rimani male ed è quello che sta capitando a me. Mi piacerebbe che la gente mi valutasse anche per quello che sono fuori, come uomo. Non ho mai detto una parola fuori posto, i tifosi della Roma quando mi incontrano per strada mi dicono ‘Non ti abbiamo mai visto fare una provocazione verso di noi’ e per questo mi rispettano”.
Sui tifosi della Lazio: “I veri laziali mi hanno sempre riconosciuto prima come persona e poi come calciatore, e lo abbiamo visto anche domenica pomeriggio. Anche qui in società hanno deciso di farmi capitano, non perché avessi più presenze, ma per il ruolo e le responsabilità che mi assumevo. Ci sono tante componenti che mi hanno spinto a dare tutto per la maglia che indosso”.