Che vuol dire che la Procura rinuncia a misure verso società e persone?
Attenzione, non c'è stato alcun favoritismo verso il club bianconero: ecco cosa c'è nel dietrofront da parte della Procura.

© “AGNELLI” – FOTO MOSCA
La Juventus è stata l’epicentro di un terremoto violentissimo, ma non secondo gli alti piani giudiziari chiamati a risolvere la faccenda. La Procura di Torino, infatti, si è resa protagonista di un pesante dietrofront nel quadro dell’inchiesta sulla Juventus. Come abbiamo riportato nei giorni precedenti, c’è stata la rinuncia alle misure cautelari verso il club bianconero, sia per quanto riguarda la società sia le persone fisiche. Ma questo che significa? Che si rinuncerà al processo? No, assolutamente no.
Il 21 dicembre la camera di consiglio si sarebbe riunita per dibattere sull’appello contro il Gip circa la decisione sulle misure cautelari tra cui il sequestro preventivo nei confronti della Juventus di circa 437.000,00 euro. È stata questa richiesta ad essere respinta, dato che non c’è il pericolo che nelle more del giudizio possano reiterare il reato o inquinare le prove. Cosa che, invece, avrebbero potuto fare se fossero ancora in carica (i vari Nedved, Agnelli) come Consiglio di Amministrazione.
Ancora, ad essere respinte da parte del Gip del Tribunale di Torino Ludovico Morello è la richiesta di misure interdittive verso Andrea Agnelli e gli altri dirigenti coinvolti per falso il bilancio. Ciò non significa che si rinuncia al processo e non vuol dire che c’è stato, verso il club bianconero, un favoreggiamento. Semplicemente, data l’impossibilità di pericoli di cui sopra, si è bypassato uno step e ora si proseguirà con la tabella di marcia.
