“Pensa di vendere la Salernitana?”, la risposta di Iervolino

© “IERVOLINO” – FOTO MOSCA Dopo uno sfogo che ha aperto la conferenza stampa di Danilo Iervolino, il primo tifoso granata ha risposto alle domande dei giornalisti. Di seguito vi proponiamo le sue parole: Presidente, riteniamo però che non ci siano minacce in quegli striscioni. La tifoseria voleva solo parlare con lei, Salerno è una […]

Iervolino, salernitanaFoto Mosca Salernitana
Articolo di Redazione SDS14/12/2023

© “IERVOLINO” – FOTO MOSCA

Dopo uno sfogo che ha aperto la conferenza stampa di Danilo Iervolino, il primo tifoso granata ha risposto alle domande dei giornalisti. Di seguito vi proponiamo le sue parole:

Presidente, riteniamo però che non ci siano minacce in quegli striscioni. La tifoseria voleva solo parlare con lei, Salerno è una città civile e aspetta di capire quale sia il progetto sportivo…
“Io invece mi auguro che le persone che la amano la chiamano vigliacco e glielo scrivano sotto casa con uno striscione. Avrà una moglie, un amico o una figlia? E allora per troppo amore le scriveranno offese negli striscioni. Aggiungo: avevo mio figlio che era impaurito, ero provato e stavo lavorando per capire come muovermi. Non incontrerò i tifosi, punto. Chi offende in questo modo non riceverai mai nulla da me. Io sono un uomo gentile e allo stesso tempo molto duro. Sono stato minacciato e non va bene. Chi mi odia non avrà le mie attenzioni, soltanto quelle dei miei avvocati. Devo difendere me, la società e la mia famiglia”.

Parlerà alla squadra?
“L’ho fatto tre volte. Spiegando cosa significhi il senso d’appartenenza. L’ultima volta ho raccontato una cosa: ogni squadra ha in sè il proprio DNA, il Barcellona ad esempio si riconosce per il tiki taka e per il bel gioco. A Salerno si suda la maglia, è un luogo dove vale il concetto della tana delle tigri. Gli avversari nei primi 15 minuti solitamente stavano in apnea all’Arechi. Nel nostro stadio si può anche perdere, è il modo che fa la differenza e che va oltre il risultato. Purtroppo abbiamo tanti stranieri che non hanno neanche imparato la lingua e non vogliono farlo. Qualcuno non mi ha guardato negli occhi e li ho rimproverati. Un presidente gentile, accogliente, che garantisce il decimo posto per salari che deve fare?

Se sono duro mi rimproverano, se sono gentile idem. Erano tutti testimoni. Altri, però, mi hanno mandato messaggi d’affetto e mi hanno ringraziato. E la colpa è anche dei procuratori. Se fanno una partita buona ci bussano alla porta, e poi? Oggi pochissimi ci danno una mano, invito gli agenti a collaborare ricordando che questi ragazzi sono super atleti. Noi abbiamo ottimi giocatori che non stanno bene assieme. È inspiegabile. Il cambiamento non dipende da me, altrimenti ne manderei via subito una decina. Dobbiamo ora stare insieme, perchè nulla è perduto. Offro a tutti possibilità di recupero: se i calciatori vogliono rimettersi a lavorare sappiano che avranno il mio sostegno. Io voglio che amino la Salernitana, gente svogliata e distratta non sarà più tollerata”.

Si riconosce qualche errore?
“Non creerei entusiasmi che possano comportare allucinazioni come accaduto ora. Purtroppo nel calcio è più prudente essere cauti, molto cauti. Altrimenti accade questo. A Salerno ho avuto ottimi allenatori e ottimi direttori sportivi, rifarei le scelte che ho fatto. Io mi sento con tutte le persone con cui ho lavorato, non ho rancori. E’ evidente che il progetto mi vede meno carico e meno motivato. Avrò sempre lo stesso amore e lo stesso rispetto, ma sono spento. Sono umano e, come tutte le persone sensibili, non la sto vivendo bene. I risultati non arrivano, una parte della tifoseria ha deciso di interrompere un rapporto bellissimo e tante cose non funzionano. Ho le spalle larghe, ho sofferto tanto e sono un uomo che ha perso madre, padre e fratello velocemente. Le vere sofferenze sono ben altre. Non mi sarei mai aspettato di vivere questa situazione col pubblico nè questa posizione di classifica. Ma mi rimbocco le maniche, è questa la storia della mia vita. Pancia a terra e lavorare. E’ l’unica cosa da fare per arrivare alla terza storica salvezza”.

Quanto ha intenzione di investire a gennaio e gli acquisti dipendono dalle cessioni?
“Ho risposto 25 volte alla domanda. Questo giornalismo mi spaventa. Dipenderà da quanto incassiamo, da chi vorrà venire. Se le perdiamo tutte e 4 e le altre le vincono chi viene a Salerno? Voglio essere trasparente, ditemi voi cosa devo dire. Che ne so chi verrà, quanto entrerà nelle casse. Come si fa a dirlo ora? Questo è un giornalismo che mi lascia senza parole, non riesco a capire il senso della domanda quando ho già risposto 100 volte. Oggi un calciatore è spaventato a venire a Salerno. Ci sono tantissimi fattori che creano una moltitudine di variabili. Il calcio è complesso”.

Salerno e la Salernitana, decimo bacino d’utenza in Italia. Ha ricevuto offerte per rilevare il club?
“Assolutamente no. Non ho ricevuto proposte da nessuno nè ci sono imprenditori locali che hanno pensato alla Salernitana, nemmeno come sponsor. Non c’è nessuna società locale che si è impegnata nel marketing. I salernitani dovrebbero tirare le somme di tutta questa cosa”.

La questione politica incide sul suo umore?
“No. Deriva dai risultati e dagli ultimi episodi che sono successi a Salerno”.

La Salernitana è in vendita?
“Non ho mai pensato di abbandonare, sono abituato a vivere nelle difficoltà. Ho tante cicatrici, tante sofferenze e sono sempre ripartito perchè ho la scorza dura. Non ho detto che da oggi la Salernitana è in vendita, ho detto che potrei darla a mani migliori”.

Ha investito molto, forse ha investito male. De Sanctis perchè è rimasto qui?
“Che sia ben chiaro: De Sanctis è un mio dipendente. Questa è un’azienda verticale, con me a capo. Io non devo nulla a lui e tutti devono a me. È certo che a giugno, quando abbiamo finito il campionato, mi ero entusiasmato per i suoi acquisti. E sono gli stessi giocatori che scendono in campo ora. Oggi i risultati sono diversi, è evidente che non sono contento e gliel’ho detto. Questo è il calcio. Ma da qui a dovermi giustificare o dover giustificare loro ce ne passa. Conta quello che vedo, il rettangolo verde è sempre il giudice. A bocce ferme mi sembrava una buona Salernitana, prendo atto di essermi sbagliato e sono il primo a perderci. Sono disilluso, mortificato, dispiaciuto. Nel calcio capita anche questo, ma nulla è perduto”.