Guida galattica ai gol del Napoli: tra curiosità e record
Senza scomodare il mitico Muhammed Alì, una sua iconica frase potrebbe essere un vestito su misura per questa squadra: "Fly like a butterfly, sting like a bee".

© “RASPADORI – NAPOLI” – FOTO MOSCA
Il Napoli è armato come un Apache ed al contempo bello come il sole. Senza scomodare il mitico Muhammed Alì, una sua iconica frase potrebbe essere un vestito su misura per questa squadra: “Fly like a butterfly, sting like a bee“, vola come una farfalla, pungi come un’ape.
Merito di una fantastica congiunzione astrale tra società, calciatori e allenatore. Nei piani alti del club, il top player della scrivania Giuntoli ha pescato calciatori affamati, forti e determinati, ad un prezzo stracciato. Tutti questi, con le loro potenzialità, hanno dato un calcio a chi pensava (compreso il sottoscritto) che sarebbe servito tempo affinché dialoghi diventassero note musicali. Merito del maestro d’orchestra Luciano, allenatore tanto competente quanto indisponente. Una guida particolare, controculturale come lo ha definito The Atletich, che su di lui ha deciso di spendere belle parole:
«Il 7-1 contro lo United, il dramma dell’addio di Francesco Totti e poi i problemi con Mauro Icardi all’Inter non hanno forse permesso di veder Spalletti per quello che è: uno dei più innovativi, influenti e controculturali allenatori della sua generazione. Non ha vinto nulla, dicono i suoi detrattori. Ma non fanno i conti col fatto che la Conference League vinta dalla Roma lo scorso anno sia il primo trofeo vinto dai giallorossi dopo il suo addio. Anche due titoli conquistati in Russia come allenatore dello Zenit San Pietroburgo nel 2010 e nel 2012 non vengono considerati. Spalletti secondo un pezzo dell’opinione pubblica fa sempre la damigella d’onore e mai la sposa. Però si diceva anche di Ranieri e di Pioli. Ora non si può dire più…»
Non potrebbe non essere suo il merito di aver nutrito un leoncino Lobotka di nuova linfa, trasformandolo in un enorme predatore del centrocampo. Giganteggia, insieme ad Anguissa – altro mostruoso colpo -, nella zona nevralgica del campo, di cui è sempre padrone ormai. Come non potrebbe non essere suo il merito di aver progettato un attacco più che efficiente, famelico. Snocciolando i dati del reparto offensivo, tanti sono i record, le curiosità, i numeri che pur non essendo tali da perfezionare record sono straordinari.
Raspadori meglio di Haaland
Sembra una bestemmia, ed invece ci sono dati che confermano il titolo. Come li ha definiti il maestro Roberto Beccantini, Davide il primo, Golia il secondo, sono due giovanissimi attaccanti che potrebbero essere affiancati in qualsiasi squadra ed in qualunque schema. Nonostante questo, due mondi lontani. Se il norvegese è primo nella classifica che propone la media dei gol realizzati al minuto, Giacomo Raspadori lo supera in Champions League. L’ex Sassuolo, insieme alla sua squadra, ha violentato il girone di Champions League fino ad oggi. Sky Sport ha sottolineato un dato in cui l’attaccante di Luciano Spalletti, a quota 4 gol nella massima manifestazione del calcio europeo, è il classe 2000 con la miglior media gol per un debuttante nel nuovo secolo nella stessa competizione. Per lui, un gol ogni 31.7 minuti, mentre il coetaneo Erling è fermo ad uno ogni 32.6.
Il Napoli non solo ha abusato dei propri poteri in Champions League, ma anche in campionato, nel quale ha già realizzato 22 reti. Mentre Luciano Spalletti sembra filosofeggiare in conferenza stampa, proferisce pensieri che sul campo si notano davvero. “Non ci sono i titolari, cosa sono i titolari? Per me lo sono tutti“. Effettivamente, soprattutto con l’utilizzo dei cinque cambi, il secondo tempo diventa concretamente una seconda partita, nella quale subentrano cinque forze fresche. Se poi queste ci entrano con occhi iniettati di sangue, si ha come risultato il Napoli odierno.
Di frecce nel proprio arco, infatti, Spalletti ne ha parecchie, ed i cambi che effettua divietano un colpo del ko per gli avversari: soprattutto Giovanni Simeone
Simeone, il secondo in Serie A con più gol per minuti giocati
Una sentenza quando subentra dalla panchina l’argentino. Da parecchio tempo al Maradona non si ascoltava uno spiccato accento albiceleste nelle dichiarazioni post-gara mentre si prova a masticare quante più parole in italiano possibile. Sono ben sei le presenze di Giovanni Simeone con il Napoli, ma mai da titolare. Peraltro, ha giocato il 17% dei minuti totali disputati dalla sua squadra. Un bottino scarso sotto questo punto di vista. Senonché, in questi brevissimi spezzoni a lui concessi in Serie A, sono arrivati due gol. Tantissimi rispetto ai minuti. Per non parlare del peso di questi gol, tra cui quello contro il Milan a San Siro. La sua media è di un gol ogni 63 minuti giocati. Davanti a lui c’è Ante Rebić, che impiega mediamente meno di un’ora per segnare, ci impiega precisamente 57 minuti.
Il Napoli segna in ogni frazione di gioco
Se la forza è quella del gruppo, anche qui il Napoli non si batte. La squadra azzurra segna tanto e porta all’attivo un altissimo numero di marcatori. Della squadra di Luciano Spalletti stupisce che, rispetto alle altre, ha segnato in tutte le frazioni di gioco più di un gol.

Come si nota dalla griglia, solo Napoli e Udinese nelle fasce intabellate hanno segnato sempre. Coloro che risiedono al vertice della classifica, però, sono gli unici ad aver segnato sempre almeno due gol. Particolare produttività soprattuto nei minuti che intercorrono negli ultimi quindici minuti del primo tempo e negli ultimi venticinque minuti di gara.
In una squadra in cui ognuno assolve al meglio il suo incarico, non può che non risiedere l’animo giusto per affrontare qualsiasi tipo di partita: che sia l’esordio in Champions contro il Liverpool, una gara alla Scala del calcio, o una trasferta bloccata a Cremona.