Papu Gomez: “Se tornassi in Italia andrei al Napoli”
In una lunga intervista rilasciata dal Papu Gomez, ex capitano dell'Atalanta, spunta anche una confessione sul Napoli.
Il centrocampista del Siviglia, Papu Gomez, ha rilasciato una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport. Tra i tanti i temi affrontati, spunta anche una confessione sul Napoli:
Il Siviglia e l’Atalanta in aprile si potrebbero incontrare in Europa League. Che effetto fa?
“So che può succedere e, se capita, gioco: è il mio lavoro. Sarei contento perché abbraccerei tanti amici, che non ho salutato quando sono andato via”.
Un saluto anche a Gasperini?
“Certo, il saluto non si toglie mai… e poi io rispetto tutti”.
Potendo, un giorno, tornare in Italia… in quale squadra?
“Il Napoli. Napoli mi è sempre piaciuta per il legame con Diego, per come tratta gli argentini, per quella maglia celeste”.
Ecco, per Maradona si può spendere qualche parola in più.
“Conosco Diego dal Sudamericano Under 17 del 2005: io ero il capitano dell’Argentina, lui venne a trovarci. Per me è stato come perdere un familiare e ancora non capisco come sia stato possibile. Come è potuto morire Diego? Come hanno potuto abbandonarlo, poverino? Come hanno fatto morire la persona più famosa al mondo?”.
Il Papu invece per quanto vuole vivere ancora in campo?
“Ho 33 anni, vorrei arrivare a 37-38. Sempre che io riesca ancora a divertirmi…”.
E in Spagna, ci si diverte?
“Certo, voi italiani siete un po’ pazzi ma anche qui non scherzano. Io sono diventato più saggio, di sicuro ho avuto il Covid ed è stata dura. Tornato in campo, avevo le gambe cotte, sentivo che i polmoni non erano a posto: per i primi 3-4 giorni, è stata dura”.
Chi vince lo scudetto?
“Inter o Milan”.
E se vincesse l’Atalanta?
“Sarebbe straordinario per la città e la società: una cosa unica per Percassi, Gasperini, tutti. Sarebbe anche meglio del Leicester”.
Sì, ma può vincere davvero?
“Senza dubbio. L’Atalanta fa sempre meglio al ritorno che all’andata… e guardate dov’è ora. Se succede e trovo un po’ di spazio nel calendario del Siviglia, vengo in Italia a festeggiare”.
Domande e risposte rapide, di puro istinto come in campo. La prima: c’è un piccolo Papu in giro per il mondo?
“Insigne. Io ho una devozione per lui, l’ho sempre ammirato. Forse il fatto di giocare a Napoli gli ha tolto un po’ di visibilità”.
Un errore fatto nel calcio?
“Andare a giocare in Ucraina. Oggi non andrei in un campionato così per fare soldi»”
Lo stadio più divertente?
“La Bombonera piena. Ma quanta pressione ti mette…”.
Messi sta invecchiando?
“Ma no, a me sembra sempre lo stesso: in allenamento, non lo prendiamo mai. A 34 anni, giocare ogni tre giorni ti ammazza, ma lui resta il numero 1”.