Insigne: “Napoli si aspetta tanto da me, molti non mi hanno compreso”

Lorenzo Insigne, capitano del Napoli, ha rilasciato una lunga intervista in cui ha parlato anche del burrascoso rapporto con la tifoseria.

Articolo di Redazione SDS17/12/2021

© “INSIGNE” – FOTO MOSCA

Lorenzo Insigne ha rilasciato una lunga intervista a Rivista Undici, nella quale il capitano del Napoli ha trattato diversi argomenti. Questi i passaggi principali.

Il numero 10 della Nazionale ha parlato del rapporto complicato con la piazza azzurra: “La gente si è sempre aspettata tanto da me. Ho cercato di ricambiare. Ho avuto degli screzi qualche volta coi tifosi e mi dispiace. Molti non mi hanno compreso. Un capitano rappresenta la squadra, io credo di aver sempre assicurato che il Napoli non venisse meno all’impegno in campo. Ho un carattere particolare: so scherzare con tutti, ma all’inizio tengo le distanze. Per alcuni tifosi è superbia, sembra che me la voglia tirare. È solo un atteggiamento di difesa. Qualcuno non mi ha mai compreso al 100%. Chi mi conosce davvero, sa come sono fatto”.

Il più grande pregiudizio nei miei confronti è stato l’altezza. Al Torino, mi assicurarono che a 14-15 anni sarei andato da loro per un provino: partii, feci due-tre allenamenti, giocai una partita. Dopo mi dissero: sì, bravo, ma onestamente ci aspettavamo che crescessi. Mi mandarono a casa, e la stessa cosa successe all’Inter. L’unico che ha creduto in me è stato Peppe Santoro, al settore giovanile del Napoli”, ha detto il capitano del Napoli a proposito degli inizi della sua carriera.

Insigne ha parlato anche degli allenatori che ha conosciuto: “Zeman è stato decisivo, il primo a credere in me. Benítez mi ha completato: avevo sempre pensato che per me il calcio fosse solo attaccare. Il calcio con Sarri è gioia: mi sono divertito tanto in 3 anni, ci è solo rimasta la delusione di non aver vinto lo scudetto. Ancelotti? Non è vero che non ci siamo presi. Avevamo idee diverse, questo sì, ma su cose di campo. A Gattuso devo tanto. Dopo gli anni di Ancelotti è stato bravo a farmi tornare sui miei passi e a rimotivarmi. Spalletti è una personalità forte: ci ha restituito consapevolezza nella nostra forza”.