Koulibaly: “Spalletti è come un papà. Insigne? Storia di Napoli”
Kalidou Koulibaly rilascia dichiarazioni al miele per la città di Napoli, i suoi compagni di squadra e suo "papà" Spalletti, il quale vede in lui il leader carismatico.
© “SPALLETTI KOULIBALY” – FOTO MOSCA
Durante la lunga intervista rilasciata a Diletta Leotta per Dazn, Kalidou Koulibaly ha spaziato un po’ ovunque: da Spalletti a Insigne, passando per Osimhen e il rapporto con i napoletani. La leadership mostrata in campo e negli spogliatoi si evincono anche da queste dichiarazioni, in cui si percepisce tutto l’attaccamento del senegalese per i colori azzurri e la città.
“É la gente a rendere magica Napoli. E poi ci sono posti bellissimi. Poi quando sei in campo capisci quanto sia grande l’affetto della città per questa squadra. Qui sognano, dormono e mangiano Napoli. Sono consapevole che se giochiamo per il Napoli giochiamo per una città intera e Napoli è una grande città. E poi abbiamo milioni di tifosi nel mondo, quando scendiamo in campo dobbiamo essere al 300%.
Usciamo spesso a cena con le nostre famiglie. Siamo tutti amici. Quando sento parlare altri giocatori delle loro squadre capisco che con il Napoli non c’è davvero paragone. Nessuno vive come noi e penso si veda sul campo.
Insigne? É la storia di Napoli. Tiraggir però non lo dice mai, lo fa: è quello il bello. Anche quando siamo in nazionale ci chiamiamo sempre. In napoletano dico sempre “fratm’” questa è la parola che uso di più.
La prima cosa che ci ha detto Spalletti è che voleva cercare il problema di questa squadra, perché non è normale che non abbiamo ancora vinto. Questo ci ha fatto scattare qualcosa in testa. La cosa più bella è che ha avuto l’umiltà di dire che il lavoro di Gattuso è stato buonissimo. Non è qui per cambiare ciò che ha fatto Gattuso, ma per dare qualcosa in più. Mi chiama comandante perché dice che sono un leader. I miei compagni dicono che tutti gli allenatori sono mio papà perché mi fanno giocare sempre, per questo chiamo così anche Spalletti.
Osimhen? Nessuno si aspettava che sarebbe arrivato al livello di oggi. Spalletti lo ha molto caricato. Ma ad aiutarlo è stato anche Gattuso. Poi Spalletti ha completato l’opera aiutandolo tantissimo, questa combinazione dà i suoi frutti oggi“.