L’analisi tattica di Salernitana-Spezia: il perché di una sconfitta dolorosa

Il difetto principale della Salernitana: la mancanza di alternative tattiche rapide per cambiare lo spartito, quando il contesto della partita lo richiede.

Salernitana - MartuscielloSalernitana - Martusciello
Articolo di Giovanni Santaniello19/10/2024

In una serata piovosa all’Arechi, lo Spezia ha inflitto una dolorosa sconfitta alla Salernitana con un secco 0-2, lasciando la squadra granata impantanata in una crisi di identità tattica. Nonostante le aspettative elevate e un primo tempo in equilibrio, la partita è stata decisa da un dettaglio che ha fatto la differenza: una rovesciata spettacolare di Soleri, al 55°, che ha scardinato ogni tentativo di controllo da parte dei padroni di casa.

La partita di oggi ha messo in luce alcuni aspetti tattici che meritano di essere approfonditi. La squadra di D’Angelo ha mostrato un gioco organizzato e incisivo, mentre la Salernitana ha faticato a trovare soluzioni efficaci.

 

Il modulo e la struttura di gioco di Salernitana e Spezia

Lo Spezia ha adottato un modulo 3-5-2, un sistema che ha permesso ai giocatori di occupare bene gli spazi e di sfruttare le corsie laterali. La presenza di esterni come Elia e Reca ha dato ampiezza al gioco, consentendo alla squadra di allargare la difesa avversaria e creare opportunità per i due attaccanti, Soleri e Colak.

Dall’altra parte, la Salernitana si è schierata con un 4-3-3. Tuttavia, la mancanza di fluidità nel possesso palla ha reso difficile per i granata costruire azioni pericolose. L’assenza di Amatucci si è fatta sentire profondamente: senza il suo giovane regista a illuminare il gioco, il centrocampo ha perso fluidità, lasciando l’impressione di essere incerto e privo di coesione. Il primo tempo ha visto la Salernitana cercare di mantenere il possesso palla, ma le condizioni del campo e la solidità difensiva dello Spezia hanno reso difficile sviluppare azioni incisive. Verde e Soriano hanno avuto poche occasioni pulite, mentre Di Serio ha sprecato una ghiotta opportunità. La sensazione era quella di una squadra che cercava di dominare attraverso il palleggio, ma senza trovare soluzioni efficaci nell’ultimo terzo di campo.

La svolta è arrivata nella ripresa con un calcio d’angolo battuto da Esposito e respinto male dalla difesa granata. Mateju ha rimesso il pallone in area e Soleri, con un gesto tecnico da fuoriclasse, ha eseguito una rovesciata che si è insaccata nell’angolo lontano. È stato un gol che non solo ha deciso la partita, ma ha messo in evidenza il difetto cruciale della Salernitana: la mancanza di alternative tattiche rapide per rispondere a un colpo del genere.

L’importanza della transizione

Un altro aspetto cruciale della partita è stata la transizione. Lo Spezia ha dimostrato grande efficacia nel passare rapidamente dalla fase difensiva a quella offensiva. Dopo aver recuperato palla, i giocatori si sono mossi in avanti con decisione, creando situazioni di superiorità numerica. Il primo gol, realizzato da Soleri al 55′, è emblematico: una rapida ripartenza ha colto impreparata la difesa della Salernitana.

Al contrario, la Salernitana non è riuscita a gestire le transizioni in modo efficace. Quando recuperava palla, spesso non riusciva a sfruttare l’inerzia del momento per attaccare. Questo ha portato a una mancanza di occasioni da gol e a una sensazione di impotenza in fase offensiva.

La sconfitta non è solo pesante per il risultato, ma anche per ciò che rivela tatticamente: la Salernitana, pur avendo una rosa di discreto valore, non è riuscita a trovare varianti capaci di scombinare il piano partita avversario. La gestione delle ripartenze è stata lenta e prevedibile, e quando lo Spezia ha colpito con la sua rovesciata perfetta, i granata non avevano un piano B. È qui che si gioca la vera partita: non tanto nella qualità individuale, quanto nella capacità di rispondere a situazioni impreviste.

 

Il ruolo dei centrocampisti

I centrocampisti dello Spezia, in particolare Bandinelli e Esposito, hanno svolto un lavoro fondamentale nel controllare il ritmo del gioco. Hanno saputo alternare momenti di possesso prolungato a rapidi scambi che hanno disorientato la mediana avversaria. La Salernitana, invece, ha faticato a trovare il giusto equilibrio tra difesa e attacco, con i suoi centrocampisti spesso sopraffatti dalla pressione avversaria.

Dopo il gol, la squadra di Martusciello ha tentato il tutto per tutto con i cambi offensivi, inserendo attaccanti freschi come Kallon e Torregrossa, ma la risposta dello Spezia è stata altrettanto efficiente, con una seconda rete siglata da Bertola su calcio d’angolo, confermando una delle grandi specialità della squadra ligure: sfruttare i calci piazzati.

La vittoria dello Spezia non è stata solo il risultato di una maggiore qualità individuale, ma anche di una chiara superiorità tattica. La capacità di adattarsi al contesto della partita e di sfruttare al meglio le proprie risorse ha fatto la differenza.

Per la Salernitana, questa sconfitta rappresenta un campanello d’allarme: sarà fondamentale rivedere l’approccio tattico per affrontare le prossime sfide con maggiore incisività e determinazione.

 

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