Guida al NBA 2021/2022

E' autunno, ed è tempo di NBA. Fabio Monti fornisce, ai lettori di Sport del Sud, la guida a tutte le novità della 75° stagione.

Articolo di Fabio Monti20/10/2021

Autunno, tempo di Nba. È partita la 75° stagione, prima volta nel 1946 ed è per questo che, passo dopo passo, verranno svelati i 75 migliori giocatori della storia, mentre per la prima volta dopo 38 anni, si è deciso di usare un nuovo pallone, firmato dalla medesima azienda, che aveva brevettato quello usato fino al 1983.

La stagione regolare prevede 82 partite, dieci in più di un anno fa e chi sa assicura che le favorite siano Milwaukee, Brooklyn e Lakers. Sky Sport garantisce adeguata copertura televisiva in ogni angolo d’Italia, in alternativa o in aggiunta c’è anche lo streaming su Nba League Pass.

Cifre e soldi

Impressionano le cifre e i soldi che ruotano intorno alla Lega Usa: ha partner commerciali per 1,4 miliardi di dollari; ottiene dalle tv nazionali una cifra annuale vicino ai 2,6 miliardi, derivante dall’intesa del 2014 con Disney e Warner Media (proprietarie di Espn e Tnt). E ancora: per questa stagione il tetto salariale è stato  collocato a 112,4 milioni di dollari (97 milioni di euro) per franchigia (sono 30), con un aumento non banale, rispetto ai 109,1 milioni dell’ultima annata.

Mentre si lavora già a un nuovo accordo televisivo, che dovrebbe avere la durata di nove anni e destinato a far lievitare in modo sensibile i ricavi, arrivando a triplicare le entrate dai broadcasting nazionali. Nel frattempo si guarda alle cifre da primato di un anno fa: nel 2020-2021, la Nba ha incassato dagli sponsor 1,46 miliardi di dollari (1,3 miliardi di euro), grazie ai tredici nuovi accordi, compreso quello con Microsoft. Questo si spiega anche con il via libera alle sponsorizzazioni sulle divise, dato dalla Lega nel 2018.

Tutto ciò ha consentito di contenere in dimensioni sopportabili le perdite legate non soltanto al Covid, ma anche ai rapporti commerciali gelidi con la Cina. Come avviene anche in Italia, si è deciso di allentare le restrizioni per il pubblico in presenza, sebbene a New York, Los  Angeles e San Francisco sia obbligatorio il vaccino, per tutte le attività al coperto. Il 96% dei giocatori è vaccinato, ma il caso più  clamoroso, in senso contrario, è quello di Kyrie Irving, playmaker e stella dei Brooklyn Nets, che non può allenarsi e non può giocare. Per questo è stato sospeso dalla sua squadra, perché, ha spiegato il general manager Sean Marks, “non possiamo permetterci giocatori a mezzo servizio”.

Perderà 380 mila dollari per ogni gara casalinga, per un totale di 17 milioni. I giocatori sono gli unici a non avere l’obbligo di vaccinazione, nonostante una campagna di sensibilizzazione molto serrata. Il vaccino, invece, viene richiesto in forma tassativa, per coach, staff tecnico, dirigenti, impiegati delle squadre che sono a contatto quotidiano con i giocatori.