Salernitana, l’attacco è un rebus: il prezzo delle scelte estive
Il mercato di gennaio rappresenta l'ultima chiamata per la Salernitana: serve un bomber di razza per invertire la sterilità offensiva
La vittoria insperata a Palermo aveva portato una salutare boccata d’ossigeno, ma non è riuscita a mascherare il problema cronico che affligge la Salernitana: un reparto offensivo in profonda crisi. La recente sconfitta casalinga contro lo Spezia ha riaperto ferite mai davvero rimarginate, figlie di un mercato estivo che ora presenta il conto.
Il nodo della questione affonda le radici nelle scelte di agosto, quando il presidente Iervolino pose il veto all’arrivo di due bomber di categoria come Tutino e Coda, già virtualmente bloccati dal ds Petrachi. Una decisione che oggi pesa come un macigno sulle ambizioni granata.
L’attacco anemico della Salernitana
Il reparto offensivo attuale appare come un puzzle dalle tessere mal assortite: Simy, lontano parente del goleador ammirato a Crotone, vaga solitario in un’area di rigore sempre più ostile; Torregrossa, talento intermittente, cerca una continuità che sembra un miraggio; il giovane Wlodarczyk, promessa del calcio polacco, paga lo scotto di un campionato dove non c’è tempo per crescere gradualmente.
Martusciello ha provato a tamponare l’emorragia di gol virando sul monopunta, ma la cura si è rivelata peggiore del male: un solo gol in trenta giorni è il dato impietoso che fotografa l’anemia offensiva granata. Le dichiarazioni di Petrachi sulla necessità di “pazienza con i giovani” suonano più come una difesa d’ufficio che come una reale convinzione.
L’unica cura possibile per risalire la china
I numeri non mentono e dipingono un quadro poco incoraggiante: con appena 0.9 gol di media a partita e con squadre avversarie che hanno sempre mostrato di disporre di attaccanti in grado di vincere da soli le partite con improvvisi colpi di classe. Come recita un vecchio adagio del calcio, ‘gli attaccanti fanno vendere i biglietti, ma le difese vincono i campionati’. La Salernitana però sta smentendo anche questa massima: il reparto arretrato, ha subito 12 gol e non riesce a compensare il “mal d’attacco”.
Il mercato di gennaio si profila come un crocevia fondamentale. I 60 milioni incassati in estate rappresentano un tesoretto importante, ma restano i dubbi sulla volontà di Iervolino di reinvestirli. La Serie B non perdona e il rischio di un’altra stagione di sofferenza è concreto. La palla passa ora alla società: servono scelte coraggiose per evitare che l’inverno granata si trasformi in una gelida primavera.
E’ perciò fondamentale per la Salernitana rivedere le proprie strategie di mercato. Tuttavia, le preoccupazioni sono legittime: nonostante i già ricordati 60 milioni incassati durante l’estate, è difficile credere che Iervolino deciderà di investire nuovamente in modo significativo. La storia recente suggerisce che il patron potrebbe essere ancora riluttante a spendere.
Ma alcuni precedenti insegnano: il Monza di Berlusconi e Galliani, prima della storica promozione in A, invertì la rotta proprio grazie a un mercato di riparazione chirurgico che portò in Brianza attaccanti di categoria superiore.
Sarà disponibile Iervolino a emulare l’ex patron del Monza? I tifosi meritano una risposta a questo quesito.