Mettere in discussione Insigne è diventato stucchevole

Contro il Legia Varsavia arriva l’ennesima risposta alle tante, troppe critiche indirizzate al capitano del Napoli.

Articolo di Salvatore Malfitano21/10/2021

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© “INSIGNE” – FOTO MOSCA

Una risposta se l’aspettavano tutti. Lorenzo Insigne era atteso al varco, come al solito con qualcosa da dimostrare. Stavolta è stato un rigore sbagliato a renderlo un imputato, errore tecnico che si aggiunge al malcontento diffuso per la trattativa del rinnovo ancora piuttosto statica. Così, nel primo dentro-fuori della stagione il suo apporto doveva essere tangibile, necessariamente.

Insigne ha giocato perlopiù una gara normale, sufficiente. Ha svolto l’ordinaria amministrazione: efficaci i ripiegamenti difensivi, interessanti i palloni scodellati sul secondo palo, ma poco altro. Ad un ottimo giocatore, tuttavia, basta la giocata. Lui ne piazza due nel giro di pochi minuti, entrambe decisive. Prima la splendida girata con cui porta in vantaggio il Napoli (primo gol su azione della stagione), poi l’assist con cui manda in porta Osimhen, che conferma nuovamente un peso specifico elevatissimo negli equilibri e nei risultati della squadra.

Le poche migliaia di spettatori presenti al Maradona non hanno un atteggiamento ostile col capitano. Lo incitano timidamente quando va a battere i calci d’angolo, esplodono di gioia quando segna, lo applaudono in modo convinto quando abbandona il campo per permettere al Napoli di aggiungere un difensore in più per il finale. Qualcuno gli dedica anche la standing ovation, un messaggio di sostegno importante in un periodo in cui gli spunti di critica non mancano e spesso ci si appiglia con troppa facilità.

L’esercizio condiviso da una buona porzione di media, che a tratti annoia, è metterlo in discussione alla prima opportunità, dimenticandosi troppo facilmente dei molteplici attestati delle qualità di Insigne, specialmente negli ultimi mesi. È un bersaglio facile quanto succulento, perché l’opinione pubblica come quella degli organi di stampa si divide in modo quasi naturale e manicheo.

Probabilmente ci si aspettava continuità dopo il 2018, stagione che lo vide assoluto protagonista. Non ha mantenuto quegli standard, che comunque sono stati ripetuti l’anno scorso, ma da quel momento Napoli ha sentito l’esigenza di quantificarne il valore, tendendo sempre al ribasso. Intanto i fatti finiscono sempre per raccontare uno scenario diverso. Non sarà nell’élite del calcio europeo, ma ha qualità indiscusse che alla fine vengono sempre fuori. E che poi tolgono contenuti a chi si lascia andare volentieri a certe pratiche stucchevoli.

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