Una nuova sentenza Bosman?

La nuova sentenza della Corte di giustizia dell'Unione europea ha il potere di cambiare il calcio, proprio come la sentenza Bosman.

Napoli stadio maradonaFoto Mosca
Articolo di Redazione SDS21/12/2023

© “STADIO MARADONA” – FOTO MOSCA

A quasi trent’anni dalla nota sentenza Bosman, un’altro provvedimento giurisprudenziale potrebbe rivoluzionare gli equilibri del calcio europeo e mondiale. La Corte di giustizia dell’Unione Europea, stavolta, ha sancito che l’UEFA ha abusato della sua posizione dominante sull’organizzazione delle competizioni di calcio in Europa. Volendo sintetizzare quanto scritto dai media nelle ultime ore, la Corte ha previsto che UEFA e FIFA non possono vietare competizioni concorrenti e sanzionare club che vi ci partecipino.

Con questa decisioni si potrebbe pensare facilmente: “Scacco ai Re!”, ma questi potrebbero comunque avvalersi della facoltà di presentare ricorso. Resta comunque difficile ipotizzare clamorosi ribaltamenti di fronte. UEFA e FIFA dovranno sostanzialmente scendere a patti con i club e concedere molti più “poteri”, in primis nella gestione dei diritti TV. Fatto sta che la Corte, infine, rimanda al tribunale di Madrid e la sua decisione non sarà direttamente applicabile, a differenza della sentenza Bosman.

Quest’ultima, però, ha rappresentato un grande spartiacque nel calcio dalla data della sua emissione, stabilendo che i calciatori dell’Unione europea da quel momento potevano trasferirsi gratuitamente, alla scadenza del contratto, in un altro club purché facente parte di uno stato appartenente all’Unione. Dunque da quel momento non era più possibile per un club tenere in mano le sorti contrattuali dei calciatori. Per intenderci, fosse entrata in vigore prima Ferlaino non avrebbe potuto agire così come ha fatto con Maradona negli ultimi anni di carriera a Napoli.

L’Unione europea, comunque, come allora, mette il naso in comportamenti ritenuti sleali nel mondo del calcio, ma stavolta ritenendo illegittimo il comportamento di un monopolista sul territorio comunitario. Il calcio, da sport di popolo, diventa sempre di più strumento mondiale per il controllo del potere (anche economico). Nessuno ad oggi interessa del futuro del calcio, e di certo non alla stessa Corte che, tra l’altro, non ha sindacato sulla bontà o meno della SuperLeague.

Dunque nessuno conosce il futuro del calcio, ma è sotto gli occhi di tutti che il pallone è diventato il mezzo più potente e fruttifero del mondo. E chi è a favore della nuova competizione, chi ne è contro, parla alla stessa maniera dei politici da quattro soldi: promesse, calcio gratis, squadre forti e tanto divertimento. Come se non ruotasse tutto intorno al dio denaro, come se a qualcuno del calcio interessasse ancora. Probabilmente il sogno di Berlusconi vedrà luce, ma il quadro in cui s’esprimeva Il Cavaliere ha significative differenze rispetto a quello attuale. Qualcuno, quindi, si arricchirà più di altri, ma non sappiamo quanto la pelota verrà ancora rispettata.