Elmas ammette: “Da piccolo tifavo la Roma di Totti”
Il centrocampista del Napoli ha raccontato ai microfoni di DAZN della sua infanzia e dell'arrivo a Napoli.

©️ “ELMAS” – FOTO MOSCA
Il centrocampista del Napoli, Eljif Elmas, ha rilasciato un’intervista a DAZN per il format “culture”, dove i protagonisti si raccontano e offrono al pubblico uno spaccato della cultura di appartenenza. Lo fanno attraverso aneddoti personali ed esperienze vissute nella propria terra d’origine e durante la propria carriera. Il tutto all’interno di un contesto inconsueto e particolare. Di seguito, le sue parole:
“Da ragazzino ho fatto tanti sacrifici. Andavo a scuola, poi ritornavo e andavo all’allenamento alla scuola calcio, dopodiché facevo scuola di inglese e poi ancora allenamento ma di Kick Boxing o piscina. Intorno alle 21 di sera andavo poi nella pasticceria di mio padre, la pasticceria “Mandarina” dove aiutavo per la chiusura del locale. Se è per questo Spalletti dice che corro tantissimo? Non mi piace tantissimo correre, ma lo devo fare. Nel calcio di oggi è necessario (ride, ndr)”.
L’infanzia di Elmas
“A tre anni già giocavo a calcio. Facevamo le porte in strada con le scarpe. Ho iniziato a giocare in Primavera a 13 anni, mi allenavo già con la prima squadra. Mentre a 15 anni ero il capitano della squadra B, il debutto in prima squadra è arrivato a 16 anni e 5 giorni. Il mio ruolo era quello del trequartista. In Macedonia si guarda tantissimo il calcio italiano.Da piccolo tifavo Roma, tifavo Francesco Totti . Un fenomeno assoluto, guardavo la Roma per lui. La mia famiglia invece non guarda moltissimo il calcio, hanno sempre lavorato dalle 7 del mattino fino a mezzanotte. Ora la mia famiglia vive in Italia con me”.
L’approdo a Napoli
“Il primo ricordo che ho quando sono arrivato a Napoli? Le strade strette (ride, ndr). Subito sono andato a mangiare una pizza. Napoli e Skopje (la capitale della Macedonia e città natale di Elmas, ndr) sono molto diverse tra loro. Skopje è una città bellissima ma non c’è moltissimo, a Napoli c’è tutto e poi hai il mare. La cosa di Napoli a cui non posso proprio rinunciare? La pizza, non si batte. Da calciatore posso mangiarne tanta. Ma anche sushi, mangio 70 gamberi croccanti. Qualcosa in cui sono napoletano? Forse nel gesticolare, ma quello fa parte di un po’ tutti gli italiani. Il caffè di Tommaso Starace è il numero 1 al mondo, mai assaggiato così. I miei amici al Napoli? Lo sono tutti, davvero vado d’accordo con tutti”.