Le sliding doors della nuova Salernitana di Colantuono
Come può cambiare la Salernitana con l'avvicendamento in panchina tra Fabrizio Castori e Stefano Colantuono.
© “COLANTUONO” – FOTO MOSCA
La Salernitana è tornata quest’anno, dopo un’assenza lunga ben 22 anni, a calcare finalmente i campi della Serie A. L’inizio di stagione, tuttavia, non è stato sicuramente in linea con le speranze, più che le aspettative, dei tifosi granata. Vuoi per inesperienza, vuoi per una rosa non propriamente attrezzata, vuoi per scelte tecnico-tattiche sbagliate, dopo otto giornate la squadra campana è il fanalino di coda della classifica del campionato italiano. Sin qui, sono solamente 4 i punti portati a casa, di cui 3 nella vittoria contro il Genoa e 1 nel pareggio contro l’Hellas Verona. Strada pericolosamente in salita, dunque, se si vuole ambire a raggiungere la salvezza. La situazione è ancor meno incoraggiante se si considera che negli ultimi 10 anni, solamente 6 squadre su 15 si sono salvate a fine stagione dopo aver conquistato al massimo 4 punti nelle prime 8 giornate.
Il cambio in panchina
A pagarne le spese, come consuetudine e logica suggeriscono, è stato l’allenatore Maurizio Castori, esonerato dopo la sconfitta in casa dello Spezia nell’ultima giornata. Sconfitta, tra l’altro, arrivata dopo aver dominato e concluso in vantaggio il primo tempo. La scusante dei tanti assenti, che poi è realtà, non è bastata ad evitare l’addio. Al suo posto è arrivato immediatamente il sostituto: Stefano Colantuono. Una vecchia conoscenza della piazza di Salerno, dato che aveva pilotato la squadra appena tre anni fa, in Serie B, dal dicembre 2017 al dicembre 2018. In quel caso, però, fu lui stesso ad essere esonerato dopo aver ottenuto 20 punti in 15 partite.
In questo primo spezzone di campionato, la speranza era di affidarsi al valore di alcune individualità per trovare punti salvezza. Uno su tutti, ovviamente, sua maestà Franck Ribery. Ma non è l’unico. Molte aspettative, ad esempio, erano state riposte anche nei gol di Nwankwo Simy, protagonista assoluto lo scorso anno con 20 reti in Serie A con la maglia del Crotone. Eppure, il bomber, per ora presunto dei granata, ha trovato fin qui una sola rete, proprio nell’ultima partita. Speranze, dunque, che per ora sono rimaste tali, se non ancor più affievolite.
Le scelte di mister Castori
Con Castori, il campionato era iniziato con una difesa a 3, un centrocampo a 5 e un attacco a 2, salvo poi sacrificare un centrocampista per inserire Ribery dietro le punte. Poi, nelle ultime tre giornate, il tecnico aveva cercato maggiore stabilità facendo slittare un difensore centrale sulla fascia (Gyomber), inserendo un terzino (Ranieri) e sacrificando un centrocampista. Tra tanti cambi, comunque, si possono scorgere alcuni punti fermi. In porta, ad esempio, non ci sono dubbi su Vid Belec. Le ha giocate tutte, 8 su 8, per un totale di 784 minuti. Tra i difensori, il senatore è sicuramente Gyomber, capitano e titolarissimo con 663 minuti. Seguono Strandberg con 625 minuti e Gagliolo con 565 minuti, che sarebbero di più senza le prime due giornate saltate per problemi fisici. Subito dietro i tre centrali c’è il jolly Kechrida con 520 minuti, titolare nel 3-5-2, riserva nella difesa a 4.
Se cambiamo reparto e passiamo in rassegna il centrocampo, la colonna portante è senza dubbio Mamadou Coulibaly, con 8 presenze su 8 e 711 minuti giocati. Alle sue spalle, i più impiegati sono stati Lassana Coulibaly e Di Tacchio, con Joel Obi come jolly sia da centrale che da trequartista e nelle ultime giornate stava scalando prepotentemente le gerarchie Kastanos. In attacco invece i quattro attaccanti (Simy, Bonazzoli, Djuric, Gondo) condividono minutaggio abbastanza simile, alternandosi da titolari o subentranti. Alla lista, chiaramente, andrebbe aggiunto anche Ribery, se non fosse per i costanti problemi fisici che limitano il suo minutaggio.
Cosa cambia con Colantuono
Con il cambio di allenatore, adesso, quali saranno le gerarchie? Andando a ripercorrere nel dettaglio la carriera come allenatore di Stefano Colantuono, si evince una certa variabilità tra sistemi di gioco. Una certa predilezione, comunque, la si denota per la difesa a 3 e in particolare per il 3-5-2 e derivati vari. Modulo utilizzato frequentemente anche nella sua prima esperienza sulla panchina campana, salvo poi apportare lievi accorgimenti in corso d’opera in base agli interpreti. In porta, non esistono ragioni per mettere in discussione Belec. La difesa, dunque, non dovrebbe subire troppi scossoni e potrebbe ritornare al terzetto classico che aveva iniziato il campionato. Gagliolo, Strandberg e Gyomber – quando torneranno dall’infortunio – saranno i titolari.
Qualcosa deve cambiare invece a centrocampo, dove il mister avrà obbligatoriamente delle esclusioni da fare. Sulla fascia destra, il jolly Kechrida potrebbe non essere più un jolly ma diventare una certezza. E se invece fosse Zortea a scalare le gerarchie e convincere il nuovo tecnico? Per l’esterno italiano, finora, sono arrivati solamente 79 minuti di gioco e tutti da subentrante. Chissà che non possa svoltare con il nuovo tecnico… La concorrenza sulla fascia, dunque, sarà serrata e potrebbe protrarsi anche per tutta la stagione. Sull’altro versante invece non ci sono dubbi, anche perché con Ruggeri ancora ai box, il protagonista sarà Luca Ranieri. L’esterno di proprietà della Fiorentina, come detto in precedenza, aveva conquistato la fiducia anche di Maurizio Castori, essendo il quinto difensore più impiegato.
Chi entra e chi esce
Ora veniamo alle note dolenti, perché nel mezzo del campo qualcuno perderà il posto. Anche qui le scelte possono variare a seconda dell’interpretazione tattica. I tre centrocampisti potrebbero andare a formare un centrocampo solido e roccioso, con tre incontristi, oppure essere più spregiudicati con due mediani di contenimento ed un fantasista. Chi sarà inamovibile è Mamadou Coulibaly. È stato senza dubbio il migliore dei suoi in questo inizio di campionato e vederlo fuori avrebbe del clamoroso. Non ci dimentichiamo che al momento è anche il capocannoniere della Salernitana con due reti. Sostanza e qualità a cui Colantuono non potrà rinunciare. Passiamo invece alle esclusioni. La matematica ci dice che ci sono ben cinque giocatori (Di Tacchio, L. Coulibaly, Obi, Kastanos e Ribery) che combattono per due maglie. Maglie che in realtà sono ancora di meno se si considera che con Ribery a pieno regime non c’è dubbio che tenga. Come si può tenere fuori uno come Franck?
E allora, la situazione si complica perché se fin qui sia Di Tacchio che Lassana Coulibaly erano state le certezze di Castori, ora per uno dei due ci sarà necessariamente meno spazio. Gira e rigira, Di Tacchio è, insieme a Djuric, l’unico superstite della precedente esperienza a Salerno di Colantuono. Il mister, quindi, potrebbe puntare all’usato sicuro, considerando anche la momentanea assenza di L. Coulibaly per infortunio. Se dovessero essere convincenti, le prestazioni iniziali potrebbero garantire all’italiano un bel vantaggio nel ballottaggio. In tutta questo scambio di magliette, a farne le spese sarà sicuramente Obi, che parte dietro nelle gerarchie sia in mediana che sulla trequarti. Parte dietro anche Kastanos, che tuttavia può tornare molto utile a Colantuono per la sua capacità di poter giocare sia a sostegno delle punte che più arretrato, da mezz’ala. Soprattutto in certe partite, questa duttilità potrebbe portarlo ad essere il favorito.
Stesse domande, risposte diverse
In attacco, invece, si ritrovano gli stessi punti interrogativi di Castori ma con qualche risposta diversa. Sì, perché se con il precedente allenatore i quattro attaccanti in rosa avevano condiviso la scena, ora potrebbe iniziare a delinearsi qualche gerarchia. Nelle idee di Colantuono, e ce lo insegnano anche i precedenti, il duetto offensivo deve essere composto da una punta più statica, il bomber, e una punta più mobile. Nel primo ruolo l’interprete dovrebbe essere Simy, che è stato preso per un motivo ben preciso; nella parte di “attaccante mobile” invece ci sarà Bonazzoli. Chi perde ranking nelle preferenze è sicuramente Cedric Gondo, ultimo dei quattro centravanti.
In chiosa, si può fare anche un altro pensiero che farebbe contento qualche centrocampista e meno contento qualche attaccante, uno in particolare. Si può fare riferimento, infatti, al 3-5-1-1 che il nuovo mister aveva mandato spesso in campo con l’Atalanta e con cui ottenne ottimi risultati. In quel caso, “El frasquito” Maxi Moralez agiva alle spalle del “Tanque” Denis, coperto da un folto centrocampo con tre centrali. Se il 3-5-2, o 3-4-1-2, non dovesse dare abbastanza equilibrio in campo, Colantuono potrebbe pensare di fare di Franck Ribery il suo nuovo “frasquito”. In questo caso, l’attaccante meno contento sarebbe Bonazzoli e il centrocampista più contento, probabilmente, Lassana Coulibaly.